È il momento delle camelie ed è impossibile resistere al fascino di questi fiori, tornati a destare grande interesse grazie ai nuovi incroci “Made in Italy” e alla valorizzazione delle antiche collezioni italiane, protagoniste di mostre e visite guidate. Di seguito, tutto quello che c’è da sapere per conoscere il loro mondo e per farle crescere al meglio.
La prima Biblioteca della Camelia e un borgo
Cominciamo con l’invito ad una full immersion tra questi fiori per conoscere tutto sul loro mondo. Da quest’anno, infatti, si potrà visitare la prima Biblioteca della Camelia al mondo, che sarà inaugurata il 26 marzo 2023 a Villa Maioni di Verbania, con accesso libero. “Sarà un museo vivente, con 350 specie e varietà di camelie in aiuole concepite con finalità didattica; le abbiamo suddivise per gruppi in modo da ricostruirne la lunga storia e far emergere molte curiosità. Una sezione, per esempio, è dedicata alle bizzarrie, cioè alle stranezze botaniche, quelle con i fiori variegati oppure con le foglie seghettate per esempio. Un’altra è dedicata alle corolle più grandi, come quelle di ‘Drama Girl’, fino a 15 cm di diametro”. Lo spiega Andrea Corneo, presidente della Società italiana della camelia e ideatore del progetto. “Oltre alle piante, ci saranno ben cinquecento volumi dedicati alle camelie, disponibili in consultazione”.
Non è un caso se dal 21 al 30 marzo il gotha mondiale degli studiosi del tema si riunirà proprio in Italia (in diverse sedi) per il congresso dell’International Camellia Society. In primavera, la delegazione farà tappa anche a Sant’Alfio (CT); già famoso per custodire il millenario Castagno dei Cento Cavalli, il piccolo centro etneo è appena diventato anche il “borgo delle camelie” più a Sud d’Europa. Grazie al terreno acido, alle notti fresche e all’abbondanza d’acqua, infatti, nel suo territorio sono stati censiti esemplari di camelia centenari e nei prossimi mesi questi fiori verranno piantati in gran numero.
Dove coltivare le camelie, da Napoli alla Liguria
La prima regola di sostenibilità che i giardinieri ben conoscono risponde all’assunto “pianta giusta al posto giusto”: solo in un ambiente consono alle sue esigenze una specie può crescere sana senza richiedere cure eccessive. Dove coltivare le camelie, dunque? Parliamo di piante acidofile, quindi devono crescere in un terreno con PH leggermente acido per poter assorbire gli elementi nutritivi. “Le zone con i suoli più adatti alla loro coltivazione sono quelle intorno a Napoli e a Caserta (alla Reggia è custodita la prima camelia introdotta in Italia, nel 1760, ndr), a Velletri, a sud di Roma, in Lucchesia e in Garfagnana, intorno al Lago Maggiore, al Lago di Como e al Lago d’Orta e nel Levante Ligure. Ovviamente, non mancano camelie sane in aree puntuali della Sicilia e in altri luoghi”, continua Andrea Corneo. Dobbiamo dunque capire se il suolo del nostro giardino è acido. “Per semplificare, se nelle vicinanze di casa crescono dei boschi di castagni, il nostro terreno è adatto anche per le camelie”, suggerisce l’esperto. Quanto all’esposizione, questi fiori amano il fresco delle zone pedemontane, mentre non tollerano il caldo eccessivo in estate, né il pieno sole in inverno, tantomeno l’aria secca. “Piantiamole a mezz’ombra, oppure in pieno sole nei microclimi freschi o ancora in ombra luminosa nelle regioni afose”. Come si vede in molti giardini storici, “possiamo anche collocarle sotto le grandi conifere come i pini e i cedri, i cui aghi acidificano il terreno; ricordiamoci però di annaffiare regolarmente perché la pioggia viene in gran parte intercettata dalla chioma dell’albero”.
Come acquistare una camelia e come trapiantarla
Scegliamo una pianta dall’aspetto sano e armonioso, con ancora molti boccioli. “Se il vivaista ce lo concede, osserviamo anche le sue radici, estraendo delicatamente l’arbusto dal vaso. La zolla non dev’essere una massa compatta di radici scure e aggrovigliate, segno che l’esemplare è rimasto per troppo tempo nello stesso contenitore. Le radici, viceversa, devono essere bianche e non devono riempire tutto il vaso… Trapiantiamo la camelia entro la fine di marzo, cioè prima che metta nuovi germogli, mantenendo la sua zolla di terra a filo di superficie. Se la nostra pianta ha le radici aggrovigliate e compatte come spiegato di sopra (ma la regola vale per tutte le piante), apriamo la parte inferiore del suo “pane di terra” aiutandoci energicamente con un rastrellino o con una paletta in modo da rompere l’intrico; questa operazione è fondamentale, altrimenti le radici non riusciranno a liberarsi per cominciare ad esplorare a fondo il terreno e la pianta farà fatica a rendersi indipendente dalle nostre cure”, raccomanda Corneo. “Per coltivare le camelie in vaso, acquistiamo un terriccio per piante acidofile. Scegliamo un contenitore capiente, per esempio di 40 cm di diametro, dove poter lasciare la pianta indisturbata per almeno sei o sette anni. La terracotta è troppo traspirante per le camelie perché fa asciugare subito la terra, dunque preferiamo le fioriere in resina”.
Quanto annaffiare e come potare
Annaffiamo regolarmente, sia nella bella stagione sia in inverno, in modo da non fare asciugare completamente il terreno, pena la caduta dei boccioli. “Se l’acqua del rubinetto è molto calcarea, utilizziamo dell’acqua piovana raccolta dai pluviali quando è possibile. Evitiamo, inoltre, di irrigare poco e spesso, perché così facendo, per via della veloce evaporazione, il calcare si accumula nella terra (spesso notiamo questa patina bianca anche sulla superficie dei vasi di casa). Viceversa, bagniamo in maniera abbondante, in modo da dilavare i sali minerali in eccesso. Di tanto in tanto, sciogliamo nell’acqua dell’innaffiatoio del solfato di ferro, che serve per acidificare il terreno. Da marzo a giugno, inoltre, concimiamo con prodotti organici, come il sangue di bue o fertilizzanti liquidi a base di guano. Subito dopo la fioritura, prima che la pianta riprenda a crescere, diradiamo i rami del nostro cespuglio alleggerendo i punti più fitti, con l’obbiettivo di fare penetrare luce e aria nella chioma, scongiurando così il proliferare di funghi e di parassiti”.
Le sontuose camelie primaverili
Avendo ora chiaro dove e come coltivare una camelia, quale varietà scegliere, visto che ne esistono centinaia? Distinguiamole in grandi gruppi. Quelle di più antica tradizione sono le camelie a fioritura primaverile, Camellia japonica (il nome botanico è scritto proprio così, con due l), che sbocciano da febbraio a maggio. Hanno fiori generalmente carnosi e grandi, con uno o più giri di petali. Come esempio possiamo considerare ‘Alba Plena’, la “camelia perfetta” preferita da Coco Chanel, oppure ‘Lavinia Maggi Alba’, due varietà antiche tra quelle un tempo coltivate come fiore reciso. Le foglie di queste varietà sono perfettamente ovali, di colore verde scuro e lucide. Tra le fioriture marzoline, però, ci sono anche gli ibridi Camellia reticulata, con corolle molto ampie.
Camelie autunnali, le più profumate
Le Camellia sasanqua, al contrario, iniziano a sbocciare a fine settembre. Alcune di esse prolungano l’exploit fino a febbraio. Hanno rami con un portamento molto naturale e foglie più piccole rispetto alle varietà giapponesi. I loro fiori, spesso semplici (cioé con un solo giro di petali), possono essere intensamente profumati. Tra esse, ‘Yuletide’, soprannominata camelia di Natale, sboccia proprio sotto feste con petali rossi e vistosi stami color oro. Le Camellia sasanqua tollerano bene il pieno sole e si prestano per realizzare siepi fiorite. Abbinandole o alternandole alle camelie primaverili nelle fioriere potremo avere colore per molti mesi.
Le nuove camelie estive
La lista dei desideri dei collezionisti si è arricchita negli ultimi anni di una nuova specie, Camellia changii, scoperta soltanto nel 1984 nella regione del Guangdong, in Cina; parliamo dell’unica camelia che fiorisce in continuazione tutto l’anno, con grandi fiori rosso scarlatto. “Oggi ribattezzata Camellia azalea, questa rarità cresce molto lentamente ed ama i climi tropicali; per questo motivo è stata incrociata con Camellia japonica e Camellia reticulata; il risultato sono gli ibridi battezzati con i nomi che evocano le storie delle Mille e una notte, come ‘Sinbad’, ‘Jasmine’, ‘1001 Summer Nights’, che iniziano a sbocciare in estate e continuano fino all’inverno, ma sono resistenti al gelo fino a -10°C”, dice Corneo. Un nuovo incrocio italiano con le stesse virtù, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze e l’ibridatore Massimiliano Giusti di Lucca si chiama ‘Bella di Pescia’ e sarà presentato alla mostra Verdemura di Lucca, dall’1 al 3 aprile.
La camelia gialla al debutto
Fino ad oggi le camelie in coltivazione avevano petali nei colori dal bianco puro al rosso, magari anche bicolori, striati o maculati, passando per tutte le sfumature di rosa. A partire dagli Anni 70, tuttavia, sono state scoperte in Cina e Vietnam alcune specie tropicali con piccoli fiori gialli, come Camellia chrysantha. Incrociandole con altre specie sono stati ottenuti ibridi in grado di resistere nei nostri climi temperati. Ciò che sembrava impossibile si è dunque avverato e oggi in Italia abbiamo anche una collezione di camelie gialle. Tra esse, Camellia ‘Chuangtsoensis’, con corolle semidoppie giallo intenso da febbraio ad aprile, sarà in vendita al pubblico da questa primavera alle mostre-mercato di fiori.
Coltiviamo anche la camelia del tè
Non possiamo non citare qui la pianta del tè – Camellia sinensis – una camelia di cui mettiamo in infusione germogli e foglie più teneri, essiccati e lavorati con un procedimento che ne valorizza aromi e proprietà. Questa specie sposa il gusto degli amanti dei giardini dall’aspetto naturale, perché forma un fitto cespuglio con piccoli fiori bianchi dal centro giallo che sbocciano all’inizio dell’autunno e in primavera e sono molto amati dagli impollinatori per il loro profumo (ma ne esiste anche una varietà rosa che si chiama ‘Benibana Cha’). Perfetta per i balconi, ha esigenze simili a quelle delle altre camelie, ma ama gli inverni più miti. Un progetto di ricerca del vivaio Compagnia del Lago di Verbania ne ha tuttavia introdotta in Italia dalla Turchia una selezione resistente al freddo, fornendo poi le piantine per diverse coltivazioni amatoriali di tè, dall’Etna alla Lucchesia, fino al Monte Verità, ad Ascona. Oggi la stessa azienda a conduzione familiare ha realizzato la più grande piantagione di tè dell’Europa continentale, con 25 mila piante coltivate in maniera naturale; un’iniziativa di valorizzazione dell’economia rurale appena premiata in Campidoglio con la Bandiera Verde Agricoltura nella categoria “agri-innovation”.
I weekend dedicati alle camelie
Moltissimi i luoghi dove poter ammirare le più belle collezioni di camelie in fiore in questo momento. Si spazia dal Parco delle camelie di Locarno, in Svizzera, a Villa Durazzo Pallavicini (GE), al castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo (TO), a Villa Motta di Orta San Giulio (NO), a Villa Carlotta di Tremezzina (CO). E ancora, dalle Giornate delle camelie di Villa della Porta Bozzolo (VA) alla Mostra delle Camelie di Villa Giulia (VB), dalla collezione della Villa Reale di Marlia a Capannori (LU) alla Mostra Antiche Camelie della Lucchesia, tutti i weekend di marzo, fino alla Festa delle Camelie di Velletri (RM), il 18 e 19 marzo, e in molti altri luoghi e date, come ricorda con date aggiornate il sito della Società Italiana della Camelia.