Prenderà il via il prossimo 4 settembre e si concluderà il 18 dicembre il primo dei due cantieri-test utili a definire la migliore metodologia operativa per i lavori di risanamento della volta del Traforo del Monte Bianco, per il quale alla fine dell’anno scorso è stata prospettata la chiusura su entrambe le direzioni, per 3-4 mesi l’anno, per i prossimi 18 anni. Il collegamento tra Italia e Francia sarà quindi chiuso in entrambi i sensi di marcia. A spiegarlo, in una nota, è il Geie, il Gruppo europeo di interesse economico che gestisce la struttura. “Per il futuro risanamento della volta – si legge – il traforo “realizzerà nel 2023 e nel 2024 due fasi-test di lavori sperimentali-, che consentiranno di determinare la migliore metodologia operativa per il proseguo. Queste fasi-test sono essenziali, e sarà solo al termine di esse che potrà essere determinato il programma futuro di risanamento”.
La scelta del periodo per effettuare il primo dei cantieri-test è ricaduta sull’inizio dell’autunno “per la sua più bassa affluenza di veicoli, in particolare di veicoli leggeri, i maggiori utilizzatori del traforo”, che nel 2022 hanno costituito il 67% del traffico. Questo primo cantiere sperimentale riguarderà nel 2023 il risanamento della volta in due tratti di galleria, per un totale di 600 metri, e obbligherà la chiusura del traforo per 15 settimane. In particolare, i lavori consisteranno nello smontaggio di tutti gli impianti di sicurezza presenti sulla volta -gli acceleratori per il controllo della corrente d’aria longitudinale, le telecamere e la rilevazione automatica di evento, il cavo termometrico, ecc.-, Impianti che rappresentano uno dei pilastri su cui si fonda il dispositivo di sicurezza. Nell’impossibilità di rimuoverli ogni sera e rimontarli ogni mattina, questo cantiere richiederà una chiusura totale al traffico.
Scelto il periodo con minor traffico
“In caso di esito positivo della tecnologia di intervento utilizzata nel 2023, il risanamento sarà realizzato nel 2024 su ulteriori 600 metri”, spiega il Geie. Che aggiunge: “questi cantieri sperimentali rappresentano la chiave del proseguimento del risanamento. Consentiranno di studiare tutti i parametri, e sarà solo al termine di queste fasi che potrà essere determinato più precisamente il proseguimento del risanamento della volta. Si tratterà di individuare la miglior metodologia operativa, in particolare la durata, la tecnologia impiegata, l’impatto della chiusura sul lungo periodo e sugli itinerari alternativi, ecc”. La spesa per i due cantieri-test ammonta a 50 milioni di euro. Con i suoi 60 anni di vita, il Tunnel del Monte Bianco è “il primo tra i grandi tunnel europei ad intraprendere lavori di risanamento profondi sulla sua struttura. Questi grandi lavori sull’infrastruttura stessa sono necessari a garantire la sua perennità a lungo termine”.
Per questo, “consapevoli del forte legame che il traforo permette tra i due Paesi, le due società concessionarie -l’italiana sitmb e la francese atmb- e il tmb geie si impegnano a fare il possibile per continuare a garantire l’accessibilità di questa via di comunicazione strategica per il turismo e l’economia locale ed europea”. Quanto ai lavori di sostituzione della soletta nel tratto centrale della galleria, il cantiere dei 640 metri restanti di impalcato da risanare proseguirà nella prossima primavera.
Questi lavori si svolgeranno con chiusure notturne infrasettimanali, tra aprile e giugno, e richiederanno tre fasi durante le primavere 2023, 2024 e 2025. Il risanamento consiste nella sostituzione degli elementi di impalcato che sostengono la carreggiata, al di sotto dei quali sono presenti i canali di ventilazione. La soluzione tecnica adottata consente – grazie ad una complessa organizzazione – di operare principalmente in orario notturno e di restituire la galleria alla circolazione dei veicoli ogni mattina.
Testolin (Regione VDA). Valutare alternative
Fare il punto sulle modalità con cui si svolgerà il primo cantiere test e valutare le ricadute sociali ed economiche di questa prima tranche di chiusure del collegamento tra Italia e Francia. Su questo tema già stasera si terrà un incontro tra Geie, amministratori dei comuni direttamente interessati, gli amministratori regionali, gli operatori economici, i rappresentanti di Rav e Sav, le due società che gestiscono l’A4, l’autostrada valdostana, l’Anas, che gestisce le strade statali, le associazioni di categoria e le forze dell’ordine. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Renzo Testolin in mattinata.
Come spiega Testolin, i due cantieri sperimentali serviranno anche “a verificare quali dovranno essere le successive fasi di lavorazione, se continuare con questa formula di chiusura periodica o se fare dei ragionamenti anche di diversa natura”, dice Testolin. L’incontro di questa sera servirà anche a definire “quali saranno le iniziative da intraprendere in merito alle prossime comunicazioni che il geie vorrà fornirci in corso d’opera”. Tra le possibili alternative, prospettate sin dal momento in cui la chiusura periodica quasi ventennale era stata messa sul tavolo, l’idea di uno stop continuativo dell’ordine dei 4 anni. O addirittura il raddoppio del tunnel, con la sospensione dei lavori fino ad opera ultimata.