Il 2024 è stato dichiarato l’anno del turismo delle radici, ovvero quel tipo di turismo per cui ad esempio gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti (circa 60 milioni di persone) tornano a visitare e a vivere i luoghi dei loro antenati. Una comunità enorme che vuole riscoprire le proprie origini e con un’ottima capacità di spesa, voglia di conoscere e vivere in pieno l’Italia che potrebbe generare una spesa annua in Italia molto vicina a 8 miliardi di euro. Emerge da un’analisi di Confcommercio e Swg sulle comunità italiane di 8 paesi (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Usa) presentata al Ttg, la fiera del turismo in corso a Rimini.

Di questa vasta comunità l’84% conosce bene l’italiano e 9 su 10 lo parlano in famiglia. L’82% mangia abitualmente cucina italiana.

Avvicinandosi di più alla sfera turistica, l’Italia esercita su questa comunità un magnetismo che va anche oltre quello che ci si potrebbe attendere. Solo il 12% degli intervistati non è mai stato in Italia, e 6 su 10 sono venuti o tornati più volte nel corso degli anni: soprattutto fra i nati nel nostro Paese e i loro partner, mentre la propensione a venire in Italia scende col passare delle generazioni per ritornare significativa – il 63% dei casi – fra coloro che, pur non essendo certi di avere origini del nostro Paese, ne sono incuriositi e stanno cercando di ricostruirle.

L’incontro con la famiglia e la visita dei luoghi di origine sono sì motivazioni del viaggio, ma alla pari dell’attrazione per la bellezza del Paese nel suo complesso e della passione per la cucina.

Il risultato è un itinerario composito, per il quale 3 intervistati su 10 mettono a disposizione tra 1 e 2 settimane e altrettanti addirittura dai 15 ai 30 giorni, anche se il 40% ammette di unire un passaggio anche in altri Stati europei.

Numeri che non si modificano più di tanto neanche quando, al campione intervistato, si chiede come programmerebbero un viaggio delle radici vero e proprio, con contenuti quindi fortemente improntati alla ricerca delle proprie origini. Anche in questo caso, infatti, la scelta è quella di riservare alla visita dell’Italia in generale, e delle sue attrazioni, il 55% del tempo a disposizione, pur dedicando il resto ai luoghi di origine della famiglia di provenienza. Superato anche il pregiudizio sul tipo di alloggio prevalentemente programmato: solo il 27% prevede di pernottare a casa di parenti e amici, mentre il 35% punta su alberghi e un ulteriore 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive.

Ne consegue un budget messo a disposizione – per una vacanza che quasi 4 su 10 pianificano di 1 o 2 settimane – di 2.300 euro per persona, che diventano 3.700 per chi si allunga fino a un mese: cifre di tutto rispetto, anche se il costo del trasporto incide notevolmente sulle medie calcolate a secondo del Paese da cui si parte.