A volte non conoscere le regole di ingaggio necessarie per la convivenza fra noi e la natura selvatica può risultare drammatico. Tanto da dover fare scelte durissime, come accaduto poche ore fa nel Parco nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti. Qui, una mandria di bisonti stava guadando il fiume Lamar nel Wyoming, nell’angolo nord-est del parco, quando un cucciolo è rimasto indietro perdendo la madre e isolandosi dal resto del gruppo. Un uomo di mezza età – secondo le prime ricostruzioni da parte del National Park Service – ha notato il piccolo bisonte isolato ed è intervenuto per spingere l’animale dal fiume in direzione della strada. Quel gesto, immortalato anche da una fotografia, è costato la vita al bisonte: i funzionari del parco hanno infatti spiegato che, nonostante diversi tentativi effettuati successivamente, la mandria ha rifiutato la reintroduzione del cucciolo nel gruppo, molto probabilmente proprio perché toccato e avvicinato dall’uomo.
(News Release) Yellowstone law enforcement officers investigate incident of a man intentionally disturbing a bison calf; incident results in death of calf. Visitors: Respect wildlife by giving them room to roam. More: https://t.co/A8mJc9WeaR
Photo courtesy / Hellen Jack pic.twitter.com/qpiFmYFaKP
— Yellowstone National Park (@YellowstoneNPS) May 23, 2023
Dopo ulteriori tentativi, l’animale è stato soppresso. L’eutanasia, spiegano gli operatori dello Yellowstone, si è resa necessaria dato che l’animale, spaesato, aveva iniziato a seguire auto e persone e “rappresentava un pericolo per i visitatori”. “L’interferenza da parte delle persone può indurre la fauna selvatica a rifiutare la loro prole. In questo caso, i ranger del parco hanno cercato ripetutamente di riunire il vitello con la mandria, ma questi sforzi sono falliti” ha dichiarato in una nota l’ente parco che contemporaneamente sta ora cercando di identificare l’uomo responsabile del gesto.
Seppure la scelta dei ranger può apparire difficile da accettare, così come ha già suscitato polemiche da parte degli animalisti, i responsabili del parco ricordano che ci sono regolamenti chiari da rispettare proprio per tutelare sia gli umani che gli animali. Per esempio i visitatori devono stare a 25 metri dagli animali selvatici come bisonti, alci o cervi ed almeno 100 metri da orsi e lupi. Avvicinarsi, ripetono, può influire drasticamente sul loro benessere e sulla loro sopravvivenza.
“Il mancato rispetto di questi regolamenti può comportare multe, lesioni e persino la morte. La sicurezza di questi animali, così come quella umana, dipende dal buon senso e dal rispetto di queste semplici regole da parte di tutti” fanno sapere dal parco. Episodi di questo tipo non sono purtroppo isolati: nel 2016 un altro piccolo di bisonte, che era stato caricato su retro di un Suv, fu successivamente rifiutato dalla mandria e l’anno prima una donna rimase ferita mentre cercava di scattarsi un selfie con un bisonte.
Feel for the poor wee Kiwi in Miami and hope the zoo sorts its shit out. This may cheer you up – I have 3 living together again in a burrow under a huge Puriri tree. pic.twitter.com/xUCicQhBe5
— Jane Hutchings (@Browncowkiwi) May 23, 2023
Nel frattempo, sempre negli Stati Uniti, per un episodio simile sebbene di contesto differente, crescono le polemiche anche per come gli umani interagiscono con altri animali, simbolo della Nuova Zelanda: i kiwi. Lo zoo di Miami è infatti sotto accusa, da parte dei neozelandesi, dopo che è circolato un video in cui viene mostrato come un giovane esemplare viene ripetutamente toccato e maneggiato dai turisti, oltre che esposto a luci artificiali tenendolo forzatamente sveglio.
Un fatto che ha indignato i neozelandesi e per cui è intervenuto persino il governo, con i funzionari che hanno preteso e ottenuto le scuse da parte dello zoo per come è stato trattato il simbolo nazionale del loro Paese, uccello che appartiene a una specie in via di estinzione. Da Miami giurano che l’episodio non si ripeterà più e il piccolo kiwi verrà trattato con il massimo rispetto.