Tassi copertura vaccinale elevati (almeno in alcuni quadranti del mondo, purtroppo non dappertutto), riaperture sempre più significative se non pressoché totali in alcuni paesi, semplificazione delle regole per l’ingresso dei turisti e di chi viaggia per affari. Il post-Omicron lascia ben sperare gli operatori turistici e un’indagine del Wttc, il World Travel & Tourism Council, una sorta di organizzazione di settore che collabora con i governi ed è l’unica a vantare una presenza globale, lo conferma.

Il contributo dell’industria turistica all’economia globale per l’anno in corso potrebbe raggiungere gli 8.6 miliardi di miliardi (o, se si preferisce, 8.5 trilioni), sotto di appena il 6.4% rispetto ai livelli pre-pandemici, cioè al 2019. L’indagine lega gran parte di questa ripresa alla campagna vaccinale in corso in (quasi) tutto il mondo: se continuerà al ritmo attuale e dunque se le restrizioni ai movimenti internazionali verranno eliminate o rese più semplici da affrontare nel corso dell’anno, il comparto potrebbe arrivare a creare ben 58 milioni di posti di lavoro. Numeri semplicemente inimmaginabili appena sei mesi fa.

Alcune stime basate sullo studio suggeriscono quindi che il totale dei posti di lavoro nel turismo potrebbe toccare la soglia di 330 occupati, solo un punto percentuale inferiore al periodo precedente l’esplosione della pandemia e, soprattutto, del 21.5% superiore all’orribile 2020, l’anno del blackout quasi totale. “Negli ultimi due anni il settore globale dei viaggi e del turismo ha subito enormi perdite” ha spiegato Julia Simpson, Ceo del Wttc. “Il 2022 è pronto per una forte ripresa se i governi continueranno ad aprire e rimuovere le restrizioni ai viaggi”. Perfino la Nuova Zelanda, il paese che più di tutti ha perseguito una strategia di isolamento, ha appena presentato un piano in cinque passi per riammettere nel paese anzitutto i neozelandesi rimasti lontani dalle proprie famiglie per due anni (emblematico il caso della giornalista Charlotte Bellis deflagrato nei giorni scorsi) e poi i cittadini dei paesi affiliati al programma senza visto come gli Stati Uniti, il Regno Unito e molti paesi europei.

“Il nostro settore potrebbe recuperare più di 58 milioni di posti di lavoro e generare 8.6 trilioni di dollari, il che stimolerebbe la ripresa economica in tutto il mondo” ha aggiunto Simpson. “Mentre le persone ricominciano a viaggiare, i governi devono implementare regole semplificate, compreso l’uso di soluzioni digitali. I viaggi del futuro dovrebbero essere contactless garantendo al contempo la sicurezza”.

L’obiettivo è chiaro: Wttc suggerisce che le persone vaccinate abbiano la massima libertà di movimento e non debbano testarsi di continuo per muoversi. Uno scenario ancora lontano, se è vero che ad esempio per il resto del mondo oltre Europa, Regno Unito e Stati Uniti l’Italia procede ancora col sistema dei “corridoi turistici”. Ma che potrebbe subire un’accelerazione nel giro della primavera. Nel 2019 il turismo globale ha prodotto quasi 9.2 miliardi di miliardi, crollando a 4.5 nel 2020. Quanto ai voli, e rimanendo per esempio in Europa, Eutocontrol stima che quest’anno la ripresa del traffico nei cieli proseguirà, per recuperare entro la fine del 2022 fino al 70% o addirittura al 90% dei livelli del 2019.

A breve, dunque, torneremo a vivere una situazione paradossale: mancherà, come aveva avvisato lo stesso Wttc, forza lavoro specializzata per coprire tutte le esigenze che si apriranno. Negli Stati Uniti l’organizzazione parla di 700mila posti, nella filiera del turismo italiano – pure colpita enormemente e per la quale sono stati stanziati di recente nuovi ristori – mancano invece all’appello tra le 200 e le 300mila figure professionali, così come accade in molti altri settori.