Negli anni Novanta non era Napoli a rischiare il collasso-spazzatura, ma a Milano”. Inizia con le immagini delle strade di Milano soffocate dai sacchetti di rifiuti il docufilm dal titolo “Tutto si trasforma” firmato dal regista Alessandro Lucente e realizzato con la supervisione scientifica dell’European institute of innovation for sustainability. Voluto da Conai (Consorzio nazionale imballaggi – senza scopo di lucro – a cui aderiscono più di un milione di aziende), è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma per celebrare i 25 anni dell’economia circolare.
Sembra incredibile vedere con gli occhi di oggi le immagini della città simbolo di quell’efficienza meneghina famosa nel mondo sommersa dai sacchetti della spazzatura. La svolta avvenne grazie al decreto Ronchi nel 1997, che introdusse le direttive europee sui rifiuti urbani, i pericolosi e gli imballaggi. Finalmente, si cominciava a parlare di economia circolare, con i suoi principi cardine di recupero e riciclo. E soprattutto di un cambiamento nella coscienza degli italiani, messi per la prima volta davanti al problema della produzione dei rifiuti.
Girato con i tempi di un film il documentario, “Tutto si trasforma” in realtà racconta gli ultimi 25 anni di storia politica e sociale italiana. Un racconto per immagini d’archivio, intrecciate a numerose testimonianze di chi ha vissuto il cambiamento in prima linea. I primi anni di quella storia che ha contribuito a creare, insieme alla coscienza ambientale nel nostro Paese, quel sistema virtuoso di raccolta differenziata, riciclo e recupero dei materiali, soprattutto di imballaggio.
E non si tratta solo di tutela ambientale. Per far capire quanto una crescita sostenibile faccia bene anche all’economia il presidente del consorzio, Luca Ruini, racconta: “In 25 anni l’attività del Conai ha permesso il risparmio di 63 milioni di tonnellate di materia prima (l’equivalente in peso di circa 6.300 Torri Eiffel) “Tutto si trasforma” è visibile anche dal sito di Conai ed è soprattutto rivolto ai ragazzi e alle ragazze, per capire la storia che c’è dietro a quel gesto spontaneo che oggi è diventato così familiare: separare i rifiuti, riciclarli e vederli rinascere in un nuovo oggetto.
Racconta l’ex ministro Edo Ronchi, ispiratore della nascita del Conai: “I miei colleghi quando è entrata in vigore la normativa erano scettici. Mi dicevano ‘figurati se gli italiani metteranno i rifiuti in cinque contenitori differenti’ e io gli rispondevo: è solo questione di organizzazione. E così è stato. È bastato solo organizzare la raccolta differenziata con i sindaci e i comportamenti piano piano sono cambiati. È una lezione che ho imparato negli anni: per un vero cambiamento serve prima di tutto, una buona organizzazione e gli strumenti giusti”.
Così ora siamo arrivati ad essere tra i primi in Europa. Secondo i dati aggiornati al 2020 rilevati dall’Ispra la percentuale di raccolta differenziata nazionale è in crescita passando da poco meno di 10 milioni a 18,5 milioni di tonnellate ogni anno. Tuttavia, gli obiettivi dell’Unione Europea fissati con il Pacchetto legislativo economia circolare prevedono una strada ancora lunga da percorrere poiché si vuole raggiungere il 55% di riciclo dei rifiuti urbani entro il 2025 e addirittura il 65% nel 2035. Il docufilm aiuta a sensibilizzare ancora di più. Lo spiega Ruini: “La gestione dei rifiuti rappresenta da sempre una delle più grandi sfide ambientali. Anche organizzative”.