Una posizione netta e chiara da parte dell’Unione europea nei confronti del Bisfenolo A (Bpa) una sostanza chimica molto diffusa, usata per produrre plastiche e resine, materie prime di bottiglie, lattine e contenitori per alimenti. Insomma, prodotti di uso quotidiano. Dopo anni di impasse, dal 20 gennaio 2025, il regolamento europeo 2024/3190 vieta l’uso di Bisfenolo A in una vasta gamma di materiali che sono abitualmente usati nel packaging di alimenti. Imballaggi e contenitori, come le bottiglie di plastica riutilizzabili o le lattine metalliche delle bibite – dove viene usato internamente – utensili da cucina, distributori d’acqua refrigerati. Ma la normativa restringe l’utilizzo anche per i suoi sali e altri bisfenoli o derivati, ritenuti comunque nocivi, come il Bisfenolo S (BpS). Elementi che saranno limitati nell’impiego di adesivi, gomme, materie plastiche, inchiostri da stampa, siliconi, vernici.
Le sue vaste applicazioni
Insomma la lista è piuttosto lunga, ed è rigorosa nei confronti di prodotti che entrano a contatto con il cibo, anche se ci sono eccezioni; solo i prodotti monouso o ad uso ripetuto per contenere gli alimenti potranno essere immessi sul mercato fino al 20 luglio 2026. Nel Regolamento 2024/3190 viene scritto che ci sono analogie nelle strutture chimiche con “altri bisfenoli o derivati di bisfenoli che possono presentare rischi analoghi al BPA quando sono utilizzati in materiali e oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e migrano nei prodotti alimentari. Alcuni bisfenoli sono già stati confermati come aventi proprietà pericolose per la salute umana a causa della loro tossicità. In futuro è probabile un’ulteriore classificazione armonizzata dei bisfenoli e dei derivati di bisfenoli, a seguito dell’identificazione di alcuni di essi come sostanze estremamente preoccupanti”.
Bisfenolo A, perchè è ritenuto potenzialmente pericoloso
Il divieto europeo segue la bocciatura da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha revisionato circa 800 studi pubblicati sull’argomento, per valutare il livello di rischio connesso a quello che mangiamo o beviamo. Dopo una serie di esami l’Efsa ha etichettato i prodotti a base di BPA con effetti potenzialmente nocivi per il sistema immunitario e riproduttivo. “In un’ampia valutazione delle prove scientifiche e dopo il contributo di una consultazione pubblica, gli esperti dell’EFSA hanno individuato effetti potenzialmente dannosi per la salute sul sistema immunitario”.
Potenziali effetti anche sulla fertilità
Secondo la letteratura scientifica attuale, la molecola di questa sostanza chimica ha effetti dannosi sul sistema endocrino ed interferisce con il funzionamento ormonale naturale dell’organismo umano. Secondo degli studi condotti sul Bisfenolo A, l’esposizione prolungata può compromettere il sistema immunitario e riproduttivo, arrivando a compromettere anche la fertilità. Inoltre va sottolineato che il BPA è già vietato per i biberon e per le confezioni di prodotti destinati ai bambini sotto i 3 anni. Infatti l’esposizione nei bambini può alterare lo sviluppo cerebrale e far aumentare il rischio di malattie croniche, tra cui il diabete ed altre patologie a carico del sistema cardiovascolare.
Dove trovarlo
Se il BPA è usato in materiali che sono a contatto con il cibo, allora viene da chiedersi in quali alimenti sia più facile ritrovarlo. Uno studio tedesco del 2022 ha analizzati alcuni cibi confezionati in lattina, scoprendo che sono il Bisfenolo A è facilmente riscontrabile nel pesce, come le scatolette di tonno, nella carne, prodotti a base di salsiccia, latte di cocco, zuppe pronte. Insomma, cibo molto comune. Se il divieto scatta a partire dal 20 gennaio 2025, è opportuno aspettarsi un periodo di transizione che durerà 18 mesi, durante il quale i prodotti realizzati con BPA dovranno essere ritirati progressivamente dal mercato. Ma il regolamento europeo ha previsto anche delle maglie di permissivismo più larghe per le aziende che dovranno convertire la loro produzione, fino ad un massimo di tre anni, laddove non siano ancora disponibili alternative tecniche al BPA. La svolta europea sul Bisfenolo A, arriva a distanza di 15 anni dalla Francia, che nel 2009 aveva già vietato la sostanza chimica nell’utilizzo per i biberon, e dal 2013, in tutti i contenitori alimentari. L’Ue, invece, ha iniziato a muoversi solo nel 2018, vietandolo nei materiali destinati ai bambini sotto i tre anni, fino alla decisione odierna di estenderlo a tutti gli imballaggi che potenzialmente possono contaminare il cibo.