Nel giorno in cui due attivisti finiscono a processo per il blitz dello scorso agosto in Vaticano, Ultima Generazione risponde con una nuova azione imbrattando di vernice gialla la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano.
Al grido di “non paghiamo il fossile” e ribadendo che l’inazione e l’indifferenza nei confronti della crisi del clima “sono meno scandalose che imbrattare una squadra?”, alcuni attivisti – subito fermati dai Carabinieri – questa mattina hanno circondato il monumento milanese nella centralissima piazza Duomo e poi spruzzato vernice che ha ricoperto gran parte del basamento.
Su Twitter, postando foto e video dell’azione, gli attivisti scrivono: “L’Italia è fatta, tutto è salvo. No, non bastano i proclami. Nel 1861 come oggi, le dichiarazioni di chi governa possono essere del tutto incoerenti con la realtà”. E ancora: “Continuano ad essere allocati miliardi per l’industria fossile, mentre per protezione dei nostri territori arrivano solo gli spiccioli”.
Si tratta di un nuovo blitz a Milano che segue quello di via Palmanova, dove fu bloccato il traffico, oppure i sit-in all’aeroporto Malpensa, o ancora quello in cui fu lanciata vernice lavabile su famoso dito medio di Maurizio Cattelan in piazza Affari.
Gli attivisti di Ultima Generazione bloccano il traffico a Milano: tra loro Simone Ficicchia e Martina Maldifassi
Un’azione, l’ennesima per ribadire la necessità di maggiore interesse da parte delle istituzioni per il collasso climatico, a partire da reali piani di decarbonizzazione anziché puntare sul gas, che è avvenuta nella stessa mattinata in cui in Vaticano due attivisti – Guido e Ester – sono a processo perchè lo scorso agosto si i incollarono (le mani) al basamento della statua di Laocoonte nei Musei Vaticani.
I due, che hanno mandato gli avvocati e scelto di non essere presenti, secondo Ultima Generazione rischiano “la reclusione da un mese a tre anni e una multa fino a 3.099 euro”, quella per chi “distrugge, disperde, guasta o in qualsiasi modo deteriora monumenti pubblici”. L’azione, andata in scena il 18 agosto scorso, era nata per lanciare l’allarme sull’emergenza climatica e sui rischi che comporta per l’umanità intera ma dopo “pochi minuti l’intera sezione del museo è stata evacuata e alle persone presenti in supporto agli attivisti è stato sequestrato il cellulare, unico strumento capace di garantire che il processo si svolga in totale sicurezza” ricordano gli attivisti.
Clima, blitz degli attivisti ai musei vaticani: “incollati” a Laocoonte per protesta
Nella richiesta di citazione a giudizio si legge che i due autori “in concorso tra loro distruggevano, guastavano e, comunque deterioravano un monumento pubblico di inestimabile valore storico-artistico, vale a dire il basamento di marmo del Gruppo scultoreo del Laocoonte conservato nel Museo Pio Clementino dei Musei Vaticani apponendo sulla superficie dello stesso un adesivo sintetico” e una relazione tecnica ha quantificato le spese per la riparazione in “oltre 15.000 euro”.
Accuse a cui Ultima Generazione ha risposto in maniera precisa: “Il fatto di avere appoggiato le mani sul basamento di marmo posto a sostegno del gruppo scultoreo, e non sul gruppo stesso, naturalmente non è stato casuale: di quest’ultimo è sempre stato riconosciuto l’inestimabile valore storico-artistico e non vi si voleva nuocere in alcun modo” spiegano dal movimento sottolineando come le possibili pene siano “sproporzionate” rispetto a un gesto fatto, come quello di Milano, a loro dire per “sensibilizzare sulla crisi climatica” che continua ad essere ignorata.