Riciclare nel modo migliore, per risparmiare su tasse e bollette. È quanto si propone l’Anci, l’Associazione nazionale comuni Italiani, che ha firmato un accordo con il Co.Re.Ve. il Consorzio recupero vetro. Al centro dell’accordo un investimento di circa 10 milioni di euro, con l’obiettivo di aumentare di 300 mila tonnellate la raccolta differenziata del vetro con progetti mirati su singoli territori, ognuno con la propria specificità. Sarà una sorta di task force a seguire e gestire l’andamento dei progetti che verranno “disegnati” secondo le caratteristiche delle abitudini dei cittadini e dei luoghi. 

Il primato italiano nel riciclo

Perché se è vero che l’Italia è tra i Paesi europei più virtuosi, con un tasso di riciclo degli imballaggi in vetro pari al 78,6% già nel 2020 (superati anche i target fissati dalla Ue per il 2030), nei nostri cassonetti finiscono però ancora proprio quelle 300 mila tonnellate di materiale che potrebbero essere invece riutilizzate. Il problema è un divario tra i bacini di raccolta collocati nelle Regioni del Centro Nord rispetto a quelle delle Regioni del Sud, dove la quantità di rifiuti portata nelle campane per la differenziata risulta inferiore alla media nazionale, che si attesta sui 40,4 chili pro capite.

Benefici energetici e risparmio in bolletta 

Rivedere le nostre abitudini sul fronte della sostenibilità, come si sa, ha un impatto economico oltre che di tutela ambientale. Così, estendere il riciclo del vetro e portarlo quasi al cento per cento con un processo virtuoso di economia circolare su tutto il territorio nazionale, secondo gli esperti della Co.Re.Ve. potrebbe avere un duplice impatto positivo. Produrrebbe un risparmio di energia sia diretta che indiretta – rispettivamente di 11.6 milioni di m³ e di 20,2 milioni di m³ di gas – che consentirebbe di risparmiare sul consumo energetico nazionale 416,8 milioni di m³ di gas. Dati che si traducono in benefici sia dal punto di vista ambientale (meno ricorso alle materie vergini per gli imballaggi del vetro e meno emissioni di CO2) che economico: ci sarebbero infatti meno oneri di smaltimento da pagare ai Comuni. La sostenibilità dunque genera anche un profitto.

Un bando dedicato al Sud

Anci e Co.ReVe hanno pensato a due programmi di investimento distinti per sostenere le fasi di questo possibile cambiamento. Uno dedicato alle regioni del Sud (Lazio, Marche Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania) e uno per il Centro Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Sardegna). “Si tratta di una serie di interventi mai realizzati prima in Italia – spiega Gianni Scotti, presidente del Consorzio –  che mirano a raggiungere obiettivi ambiziosi, ma crediamo che solo attraverso una visione di lungo perodo sia possibile colmare il gap che attualmente esiste tra le due macroaree italiane”.

Le campagne di informazione

Per questo, i finanziamenti sono diversi: 4 milioni di euro sono stati stanziati per il Sud e 2 milioni euro per il Centro e il Nord. Soldi che serviranno per l’acquisto di attrezzature (mastelli, cassonetti, campane) fino ad un massimo di 100 mila euro per Comune e a supportare campagne di informazione ai cittadini sulla raccolta differenziata del vetro, fino a un massimo di 30 mila euro. Quello dell’informazione è infatti considerato il primo punto per cambiare abitudini decennali, per imparare a ridurre la produzione di rifiuti.

Convinto che le Regioni si impegneranno ad investire di più sul riciclo del vetro grazie ai due bandi, è il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari: “L’intesa con il Consorzio ha una caratteretteristica che va apprezzata: è pensata in modo tale da ridurre il gap tra il Sud e le altre aree del Paese che in questo settore si potrae da troppo tempo“.    

Un altro milione di euro servirà per una nuova campagna di sensibilizzazione, ma su scala nazionale. Il fondo sarà gestito da Co.Re.Ve. che erogherà anche i finanziamenti, ma ad approvare i progetti che invieranno i Comuni sarà una commissione tecnica composta da rappresentanti di entrambi gli enti. Da parte loro, i Comuni potranno partecipare al bando mandando entro il 30 giugno 2023 progetti e richieste di adesione. Il cambiamento richiede tempo? Per accedere ai fondi gli enti pubblici hanno tempo un anno.