A Venezia, passeggiando nel sestiere Castello, tra calli e campielli, si raggiunge Riva dei Sette Martiri, dove sorgono i Giardini della Marinaressa, un’area verde ombreggiata, che, in occasione della Biennale, viene adibita a sede espositiva collaterale. Qui si può vedere l’Essential Homes Research Project, prototipo in scala reale di una casa di emergenza, realizzato dalla Fondazione Norman Foster, in collaborazione con Holcim, azienda svizzera di materiali da costruzione. Un rifugio solido e sicuro per gli sfollati, che nel mondo sono ben 103 milioni, un numero destinato ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici.
Dall’idea alla realizzazione
Tutto è cominciato nel 2022 a Madrid, durante un workshop di architetti e studenti dedicato alle abitazioni dei rifugiati, gestito dalla stessa Fondazione con il supporto di Holcim. I partecipanti hanno preso come modello iniziale per il loro lavoro Better Shelter, una tenda con pannelli laterali in polipropilene, realizzata nel 2016 dalla Fondazione Ikea e progettata per durare fino a tre anni. Il problema è che, secondo una statistica delle Nazioni Unite, le strutture temporanee, prive di finestre e di protezioni contro le intemperie, finiscono spesso per diventare semi-permanenti, visto che le famiglie sfollate vi rimangono in media per 17 anni. Considerando ciò, il team di progettisti ha pensato fosse necessario creare degli alloggi facili da montare, ma duraturi.
“La nostra sfida è stata quella di offuscare deliberatamente i confini tra temporaneo e permanente, tra riparo provvisorio e alloggio a prezzi accessibili”, ha spiegato il famoso architetto Norman Foster, a capo del progetto.
Dai disegni iniziali al prototipo sono intercorsi nove mesi, al termine dei quali i componenti della struttura sono stati trasportati, a bordo di un camion, nella città lagunare. Non sono state necessarie gru per la costruzione, che è stata completata in breve tempo da personale non specializzato.
Un’abitazione per quattro persone
La cabina, con la sua forma ad arco catenario, ricorda i rifugi antiaerei realizzati nel Regno Unito durante la Seconda guerra mondiale oppure le strutture dedicate all’esplorazione spaziale. L’involucro esterno è formato da fogli di cemento a basso contenuto di carbonio, inizialmente arrotolati come un tappeto, che si solidificano con l’aggiunta di acqua, diventando completamente rigidi entro 24 ore. Con i suoi 6 metri di diametro e 18 metri quadrati di superficie, ogni unità può ospitare un massimo di quattro persone, offrendo una doccia, un wc, un lavabo, un letto matrimoniale, un letto singolo, un tavolo da pranzo o da lavoro richiudibile con sedute integrate e uno sgabello.
All’insegna della circolarità
“Ecologica e sostenibile, ogni abitazione genera una quantità di anidride carbonica inferiore del 70% rispetto a un edificio in mattoni o cemento della stessa dimensione e, a differenza delle tende, non produce rifiuti di plastica”.
Un progetto all’insegna della circolarità, dato che per realizzare la struttura sono stati utilizzati materiali di demolizione che, a loro volta, possono poi essere sminuzzati, aggregati, riciclati. Inoltre, grazie alla sua modularità, la cabina potrebbe servire anche per altre destinazioni d’uso, dall’ufficio al negozio, dall’aula scolastica al bungalow per le vacanze.
Ogni unità abitativa costa circa 20mila euro: una cifra senz’altro superiore a quella dei ripari attualmente in uso, che però potrebbe risultare conveniente considerando che i nuovi alloggi sono progettati per durare almeno vent’anni. In ogni modo, Edelio Bermejo, responsabile ricerca e sviluppo di Holcim, ha assicurato che l’azienda sta già cercando di ridurre i costi.
Una comunità con scuola e mercato
Singoli rifugi, quindi, ma non solo. Gli architetti hanno, infatti, ideato un vero e proprio insediamento. A collegare le cabine sono percorsi in calcestruzzo permeabile e a basse emissioni di carbonio, ricchi di aggregati che assorbono la luce durante il giorno e la riflettono di notte, riducendo il consumo di energia e l’inquinamento luminoso. “Vogliamo costruire un villaggio, una comunità”, ha affermato Bermejo, “e in quest’ottica gli spazi pubblici sono importanti. Realizzeremo un mercato, una piazza, scuole, ristoranti. Solo così potremo ridare dignità agli abitanti”.