Ormai è un’abitudine consolitata a Dubai. Tutti i weekend, compresi quelli da 50 gradi all’ombra, centinaia, se non migliaia di cicloamatori puntano verso la pista di Al-Qudra, a una cinquantina di chlometri dal cuore della metropoli del Golfo.
Cirondato da un paesaggio lunare come si conviene nel deserto, il tracciato, con i suoi 86 chilometri car free rappresenta un cambio di passo rispetto allo stile di vita di Dubai, una chance di connettersi alla natura e magari di avvistare un qualche esemplare dell’antilope bianca dell’area, lo spettacolare orice arabo, miracolosamente salvato dall’estinzione e reintrodotto nei deserti del Medio Oriente, tra Emirati, Oman, Arabia, Giordania e Israele, ed oggi non più così raro da non poter essere avvistato in un tranquillo weekend fuori porta se la porta è quella giusta che dà sulle terre più aride del pianeta, dove questa specie, nel Golfo come nella Namibia, non perde occasione di dimostrare di essere tra i grandi mammiferi, e in particolare tra le antilopi, quello che più su adatta al clima arido
Nonostante l’handicap climatico, il ciclismo amatoriale è diventato assai popolare negli Emirati Arabi. Forse merito anche di un testimonial come Tadej Pogacar, il fuoriclasse sloveno che ha vinto le ultime due edizioni del Tour de France indossando i colori del’UAE Team Emirates. Un nuovo tracciato da 109 chilometri ha preso corpo quasi inaspettatamente da qualche settimana nella capitale Abu Dhabi, mentre a Dubai veniva celebrata la seconda “Ride” annuale, che la luogo sulla principale highway urbana.
Temperatura permettendo – e comunque le forti escursioni termiche che consentono in buona parte dell’anno di pedalare agevolmente, a patto di farlo all’alba – attraversare il deserto su una bicicletta è una delle migliori esperienze possibili di contatto con la natura.
La passione per il pedale è talmente diffusa che lo stesso circuito di Formula 1 di Abu Dhabi viene riservato ai ciclisti per diverse settimane all’anno, e altre opzioni sono a disposizione dei cicloamatori negli Emirati. In un Paese dove si pensa subito al culto delle auto di lusso è una piacevole sorpresa. Wolfang Hohmann, un tedesco che ha aperto un negozio di biciclette a Dubai nel 2002, raconta che da allora è stato un “lungo cammino”. “Non avevamo neanche una pista – racconta all’agenzia France Presse – ora abbiamo una squadra nel PrOtour che vince la più importante corsa del mondo e migliaia di ciclisti ad affollare i tracciati nel weekend”.