The Eyes of Earth è il progetto della fotografa iraniana Solmaz Daryani che documenta l’impatto sul territorio e sulle comunità locali della scomparsa del lago di Urmia. Il bacino era un tempo una fiorente meta turistica e più grande lago del Medioriente, ma a partire dal 1972 ha perso l’88% della propria superficie a causa della deviazione del flusso d’acqua. “Sono cresciuta accanto al lago di Urmia, in Iran, che era il più vasto del Medio Oriente. Un tempo fiorente meta turistica, il lago ha dato da vivere a molte persone, tra cui la famiglia di mia madre. A partire dal 1972, però, ha perso l’88% della propria superficie e l’80% del volume a causa della deviazione del flusso d’acqua. Il turismo e l’agricoltura locali hanno progressivamente risentito del prosciugamento del lago. Le conseguenze di questa catastrofe ambientale hanno determinato uno sforzo coordinato per salvare il lago, ma la strada da percorrere è ancora lunga. In questo progetto a lungo termine di storia personale e ambientale ho cercato di dimostrare l’impatto del prosciugamento del lago di Urmia sulla mia famiglia, sull’ecosistema e sulle persone che vivono nell’ambiente circostante. La scomparsa del lago di Urmia è molto più di un pericolo ambientale: è una ferita emotiva nella memoria delle persone”. Dal 10 al 13 novembre, in concomitanza con gli eventi promossi da CultureCOP in Egitto, il festival internazionale di fotografia Cortona On The Move organizza nel centro di Parigi Culture Makers for a Climate Just-Future, uno spazio di riflessione e di dialogo sul mondo in cui viviamo, per portare l’urgente e drammatica questione del cambiamento climatico all’attenzione di operatori culturali, appassionati di fotografia, collezionisti ed esperti del settore presenti nella capitale francese per partecipare alla fiera internazionale Paris Photo. Mostre fotografiche, presentazioni e talk sul ruolo della fotografia nella società contemporanea in relazione al climate change.
Solmaz Daryani (1989, Tabriz, Iran) è una fotografa documentarista che vive tra l’Iran e il Regno Unito. Il suo lavoro è incentrato sui temi del cambiamento climatico, della crisi idrica, sugli esseri umani e le loro relazioni con l’ambiente, le comunità e le culture.