“Quando hai finito di rassettarti di prima mattina, allora bisogna rassettare con la massima cura il pianeta”. Questa è una delle frasi de “Il Piccolo Principe”, il racconto più conosciuto della produzione letteraria di Antoine de Saint-Exupéry e, nonostante siano passati molti anni dalla pubblicazione (era il 1943), resta un insegnamento valido. Specie in questo periodo. Non c’è dubbio che tra i cambiamenti apportati dalla pandemia agli stili di viaggio uno destinato a rimanere è la maggiore attenzione alla sostenibilità, considerata la chiave del rilancio del turismo. È quanto emerge da una meta-ricerca condotta dall’Osservatorio di BIT 2002, la manifestazione del turismo, a Milano dal 10 al 12 aprile, che ha raccolto e confrontato i dati di alcuni tra i maggiori analisti internazionali e che quest’anno rappresentano un tema trasversale al palinsesto di eventi. Secondo i dati riportati dalla Commissione Europea in uno studio sul turismo accessibile, il 68% dei viaggiatori vorrebbe vedere i proventi delle proprie spese turistiche reinvestiti in loco. Di conseguenza, ragiona l’analista di settore Regiondo, nei prossimi anni il viaggiatore sceglierà sempre più le destinazioni che dimostrino di rispettare la natura. Così anche in vista della Giornata della Terra (Earth Day), la più grande manifestazione per la salvaguardia del pianeta che si celebra il prossimo 22 aprile, cresce l’interesse verso esperienze di viaggio nel segno di una sensibilità ambientale. La conferma arriva dagli insight di PiratinViaggio, la piattaforma italiana del gruppo HolidayPirates Group, il portale di offerte di viaggio tra i più seguiti. Da un recente sondaggio che ha coinvolto circa seimila utenti della piattaforma emerge, infatti, che la Generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010) sia maggiormente interessata alle proposte legate a un turismo più sostenibile, scelte con il 17% delle preferenze. Un desiderio che unisce generazioni molto distanti, tanto che anche gli over 65 fanno registrare la stessa percentuale. Stando al sondaggio, inoltre, molto importante è la scelta dell’alloggio: per il 39% dei “rispondenti”, quello ideale deve essere immerso nel verde. Si cercano strutture ricettive rispettose della natura, ecosostenibili e impegnate fortemente nel minimizzare il proprio impatto ambientale.
La sfida maggiore dei proprietari è stupire gli ospiti diffondendo sì il valore dell’ospitalità dedicata, ma anche e soprattutto accompagnarli a vivere esperienze dal forte impatto green.
Sulla stessa scia, Evaneos, marketplace francese che propone viaggi a corto raggio e s’impegna in attività di riforestazione e di rimozione delle plastiche dall’ambiente per rendere il settore turistico più inclusivo e sostenibile sotto ogni aspetto, come sottolinea la Country Manager Viola Migliori.
Noi abbiamo selezionato in Italia, da Nord al Sud, quelle strutture che sono impegnate nel minimizzare il proprio impatto ambientale e sono rispettose della natura, ideali per viaggiatori convinti che “un altro modo di fare turismo è possibile”.
Nel cuore della Maremma Toscana, c’è il The Sense Experience Resort, della società Icon Collection, immerso in un parco naturale di cinque ettari, nel golfo di Follonica a due passi dall’area di Torre Mozza. Nella progettazione dei cinque edifici è stato rispettato e valorizzato l’ambiente circostante: dalla conformazione delle dune conservate e riqualificate al ripristino della flora originaria piantumando vegetali autoctone ed ecotipi locali. Le piante del giardino, inoltre, sono state scelte per le loro caratteristiche di resistenza ai venti salmastri e per il basso bisogno idrico, ricreando una barriera frangivento. L’acqua usata per l’irrigazione della vegetazione del parco non viene prelevata direttamente dal mare ma da un pozzo superficiale che grazie a un impianto di osmosi, alimentato da pannelli fotovoltaici, preleva acqua salata e immette acqua dolce. In questo modo l’acqua prodotta è a Km zero e a ridotto consumo di energia. Ogni scelta è finalizzata alla salvaguardia dell’ambiente: dalla scelta di materiali compostabili ed ecologici e prodotti locali a Km zero, al riciclo, alla raccolta differenziata, all’invito ai clienti a evitare lo spreco di acqua e di energia.
Si trova in uno dei punti più spettacolari della costiera sorrentina, nel comune di Sant’Agnello, l’elegante hotel Mediterraneo, con vista sul Vesuvio e le isole dell’arcipelago campano. Una tradizione dell’accoglienza che arriva da lontano, quando alla fine della Seconda guerra mondiale, durante la guerra civile, l’edificio ospitò i profughi del nord che vennero “sfollati” dal governo provvisorio e mandati anche in Penisola Sorrentina. Antonietta Lauro, “nonna Etta”, li accolse nella sua abitazione che poi dai figli e nipoti è stata trasformata in un hotel. Fresco della quinta stella grazie a una ristrutturazione curata dall’architetto Manuela Mannino dello studio THDP di Londra, l’hotel trae la sua bellezza da soluzioni architettoniche realizzate con materie prime del territorio, come tavoli e comodini in lava vesuviana. La proprietà, inoltre, è attenta alle tematiche ambientali da sempre. Tutti i dipendenti sono stati dotati di borracce per l’acqua, in modo da ridurre il consumo di plastica, così come i bicchieri nelle camere sono tutti di materiale compostabile. Le bottiglie sui tavoli sono di vetro “vuoto a rendere” e le macchine per il caffè (equosolidale) a risparmio energetico. Persino le cannucce sono in carta, un mood retrò che riporta agli anni Cinquanta e che sostituiscono quelle in plastica che stanno riempiendo i mari a velocità spaventosa. La novità di quest’anno, inoltre, è poi l’introduzione di una colonnina di ricarica per le auto elettriche, mentre è in atto un progetto di riqualificazione del parcheggio con i pannelli solari. Infine, anche la gastronomia si basa su una filiera legata ai produttori locali che accorcia così pure il trasporto.
Dal mare alla montagna. Attenzione alla sostenibilità anche al Forestis, cinque stelle lusso sulle Dolomiti a Bressanone, nel cuore delle Alpi altoatesine di fronte al massiccio della Plose. Qui si cerca di risparmiare quanta più energia possibile. Il riscaldamento delle camere è collegato al sistema di prenotazione. Pertanto, le stanze sono mantenute a una temperatura di base solo quando non sono occupate. I fornitori utilizzano scatole riutilizzabili per portare le consegne e prodotti da bagno sono in contenitori di plastica riciclata.
Foraging e bioedilizia sono le parole d’ordine al Baglio Occhipinti, un agriturismo di charme nato dal restauro di un antico palmento nella campagna di Ragusa, nel Val di Noto in Sicilia. Mentre i giardini si coprono di macchie colorate dalle tinte pastello e la terra offre doni come il finocchietto selvatico e i cardi, questo angolo di meraviglia – riletto in un’avvolgente ottica di sostenibilità e riattualizzato secondo i dettami della bioedilizia – dichiara guerra al carbonio utilizzando esclusivamente ortaggi e frutta prodotti a metro zero, secondo i dettami del foraging, con la raccolta di piante e frutti selvatici del territorio. Il rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente sottende una rigorosa concezione plastic free e l’utilizzo di energia verde ottenuta da pannelli fotovoltaici e solari. In quella che anticamente era la classica fattoria fortificata con ampio cortile, si può oziare a bordo vasca di una piscina depurata con sale per ridurre l’uso del cloro, circondata da un agrumeto di oltre trecento anni.
Sempre sull’isola, interpreterà al meglio l’esigenza crescente di un lusso sostenibile, l’Adler Spa Resort Sicilia che aprirà ai primi di luglio nel comune di Siculiana (Agrigento), in prossimità della Riserva Naturale Orientata Torre Salsa, una delle più note aree protette dell’isola. Proprio il rapporto diretto e totale con questo contesto unico è stato alla base della sua realizzazione secondo i principi dell’architettura sostenibile, che hanno guidato l’approccio rispettoso dei proprietari, Andreas e Klaus Sanoner, e dell’architetto Hugo Demetz. Per gli ospiti anche un eco-lido privato, a basso impatto ambientale.
Legato a un futuro sostenibile è anche il 3T boutique (inaugurazione a fine maggio), nel centro di Ivrea, pensato e progettato con un profondo rispetto per la natura. La coibentazione è garantita da un cappotto termico in fibra minerale e non mancano pannelli solari e fotovoltaici, mentre l’illuminazione è integralmente a led per limitare gli sprechi energetici. Tra le cose più curiose ci sono i pannelli verticali di piante stabilizzate, disposti nelle aree lounge, ovvero di quelle piante che, grazie a un trattamento ecologico, non invecchiano, non hanno bisogno di irrigazioni ed esposizione ai raggi solari. Nelle camere sarà disponibile il green program per coinvolgere gli ospiti nella filosofia ecosostenibile.
Anche a Capo Vaticano Resort, nel cuore della Costa degli Dei in Calabria, credono nell’importanza di gestire in modo consapevole e responsabile l’impatto ambientale. Così hanno eliminato le confezioni monoporzione nei ristoranti e bar e i contenitori monodose dei prodotti da bagno, realizzati con ingredienti provenienti dalle coltivazioni biologiche certificate, a favore di dosatori. Qui tutti s’impegnano nella riduzione degli sprechi di acqua e l’uso di prodotti detergenti contenenti sostanze chimiche pericolose è ridotto al minimo preferendo prodotti senza tensioattivi e cloro. La proprietà sostiene anche la mobilità alternativa: si possono noleggiare delle e-bike per andare alla scoperta del territorio in modo eco-sostenibile.
Non mancano, infine, iniziative come quella Go. Get Green di Best Western, dedicata ai soci BW Rewards®. Si ottengono punti se, in un soggiorno di almeno due notti, si sceglie, comunicando al ricevimento, di non usufruire del servizio di pulizia della camera (rinunciando al cambio asciugamani e lenzuola). Tra chi aderisce c’è l’hotel Universo di Roma, a pochi passi dalla stazione Termini. Quasi il sigillo a partire con il “piede giusto e verde”.