Al cospetto del monte Bianco, con il dovuto rispetto per la vetta più alta d’Europa. È il viaggio che vi proponiamo alla scoperta del lato meno modaiolo, più naturale e sostenibile della valle di Courmayeur. Iniziamo dal centro storico della celebre stazione turistica alpina, nata nell’Ottocento in un’ampia conca a 1224 metri d’altezza. Il Museo Alpino Duca degli Abruzzi, ospitato dalla suggestiva Casa delle Guide, racconta il periodo eroico dell’alpinismo, attraverso l’esposizione di documenti originali, cimeli e attrezzature utilizzate dagli scalatori impegnati ad arrivare in cima al monte Bianco.
Poco lontano, nel Jardin dell’Ange, ecco la sezione valdostana del Museo transfrontaliero del monte Bianco: un luogo di riflessione e informazione sull’identità delle popolazioni dell’Alta Savoia e della Valle d’Aosta che si spera possa riaprire presto, dopo la lunga chiusura causata dal covid. Lasciando il centro storico e proseguendo verso il traforo del Monte Bianco si arriva al borgo di Entrèves, la porta d’ingresso della selvaggia e silenziosa Val Ferret, meta ideale per chi ama quiete e tranquillità. Chiusa al traffico automobilistico nei periodi di maggiore afflusso turistico, ma ben servita dalle corse di un bus navetta, la valle è dominata dai ghiacciai del massiccio del monte Bianco e si visita passeggiando su di un’ampia mulattiera dalla dolce pendenza, percorribile anche in bicicletta.
Lungo il cammino si incontrano diversi piccoli borghi, anticamente abitati dai contadini che coltivano il soleggiato fondovalle bagnato dalle fresche acque della Dora della Val Ferret, possibili mete di soste golose e acquisti di formaggi prodotti localmente. I più sportivi possono poi proseguire sui sentieri che risalgono la montagna e portano a bivacchi e rifugi alpini. Particolarmente affascinante e non difficilmente raggiungibile quello dedicato all’alpinista Walter Bonatti, situato a poco più di 2000 metri d’altezza. Previa prenotazione e anche possibile provare il fascino di una notte in rifugio e di un’alba sul Monte Bianco, di fronte ad affilate creste e maestosi ghiacciai. Sempre nei pressi di Entrèves inizia l’altrettanto bella Val Veny, con i suoi numerosi rifugi e diversi sentieri che si dirigono verso il monte Bianco e i ghiacciai che la dominano.
Chi ha voglia di provare l’emozione di un viaggio sulle cabine dell’avveniristica funivia Skyway Monte Bianco, che porta agli oltre 3000 metri di altezza di Punta Helbronner, deve assolutamente fermarsi alla stazione intermedia per visitare il purtroppo troppo poco conosciuto Giardino Botanico Saussurea, tra i dieci finalisti per l’edizione di quest’anno del “Parco più bello d’Italia”. Passeggiando lungo i sentieri del giardino si ammirano 900 specie alpine provenienti da tutto il mondo, i cui colori sono messi in risalto dalla naturale luce del sole.
L’ultima tappa del nostro viaggio ci porta a ritornare per alcuni chilometri verso Aosta per raggiungere il borgo di Pré Saint Didier, situato in una conca verdeggiante ai piedi del monte Bianco. Nel bel centro storico si visita la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, edificata intorno all’anno Mille, con un campanile in stile romanico-lombardo dalla caratteristica torre quadrata che si ritiene essere il più antico della Valle d’Aosta. Belle le cappelle delle vicine frazioni di Verrand, Palleusieux, Champex ed Elévaz, che conservano preziose statue quattro-cinquecentesche in legno intagliato e dipinto, ma il vero e proprio gioiello di Pré Saint Didier è l’orrido, raggiungibile in una decina di minuti a piedi lungo l’ampio sentiero che parte dal parcheggio situato nei pressi del Parco Avventura Mont Blanc, in località Plain du Bois, lungo la strada per La Thuile. Qui si può attraversare la nuova e suggestiva passerella panoramica a sbalzo di acciaio che regala una vista stupenda sulla catena del Monte Bianco, sulla conca di Pré-Saint-Didier, sulla cascata dell’orrido e sulla grotta dove sgorga l’acqua calda utilizzata nei vicini stabilimenti termali.