Una valanga ha travolto mercoledì sera il campo di lavoro del progetto Ice Memory che vede impegnata l’Italia, allestito a 5.600 metri di quota sul K2. La valanga è stata provocata dal crollo di un grande seracco che si è staccato dalla parete est del K2 precipitando per oltre 3 mila metri sull’ampio ghiacciaio Godwin-Austen, al centro del quale era installato il campo di lavoro del progetto Ice Memory. Nelle tende non c’era nessuno erano le 19 ora pakistana. Illesi il ricercatore Jacopo Gabrieli, la guida alpina Paolo Conz e l’operatore Riccardo Selvatico, assieme a tre portatori d‘alta quota pakistani, Muhammad Nazir, Muhammad Sharif e Muhammad Ali.
Il campo è stato evacuato
Tutti si stavano preparando per la notte e si trovavano in un’altra parte della montagna. Pur essendo ad una distanza di oltre un paio di chilometri dal punto di impatto della valanga, in un’area sopraelevata ritenuta sicura, lo spostamento d’aria e i residui del materiale glaciale ha travolto le due tende. Il gruppo, in accordo con il capospedizione, ha deciso di evacuare immediatamente il campo rientrando al campo base, che è stato raggiunto attorno alla mezzanotte. Tutti stanno bene e nei prossimi giorni ritorneranno nell’area per valutare i danni e recuperare le attrezzature.
Il progetto Ice Memory
La missione glaciologica, che rientra nel progetto K2-70 del Club alpino italiano, è impegnata a studiare per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum con l’obiettivo di comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen. In cerca di informazioni sul clima futuro del pianeta. Ice Memory è infatti un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall’Unesco con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale. La missione in corso sul K2 è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Cà Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del Club alpino italiano e del ministero dell’Università e della Ricerca.
Ghiacciai, un tesoro che si sta sciogliendo
Quanto accaduto conferma quanto i ghiacciai stiano risentendo delle fluttuazioni climatiche – considerati un “termometro” per misurare lo stato del clima – e soprattutto del riscaldamento climatico che secondo gli scienziati sta avendo un effetto diretto e devastante sul loro stato di salute. “Interi sistemi glaciali si stanno riducendo, disaggregando e alcuni, oramai, scomparendo. Con le attuali condizioni climatiche gli scienziati stimano che la gran parte dei ghiacciai delle Alpi al di sotto dei 3600 m di altitudine sparirà entro il 2100, un danno enorme alla risorsa acqua, oltre alle note conseguenze ambientali”, scrivono i ricercatori del progetto. Per questo prima che possono essere perse a causa dall’abbassamento delle temperaturee della loro fusione i ricercatori stanno raccogliendo tutte le informazioni possibili custodite negli strati di ghiaccio. “Come l’inchiostro di una splendida poesia che si scioglie sotto un bicchiere d’acqua”, scrivono i ricercatori impegnati in Ice Memory. Ed è quello che è accaduto mercoledì sera sul K2.