Tutto prima. Olive, riso, funghi, uva, persino mele: le raccolte in questo 2022 stretto tra siccità e caldo torrido, iniziano in anticipo. Già da ferragosto, e soprattutto nelle ultime settimane di settembre, buona parte dei raccolti sono iniziati con largo anticipo anche di un paio di settimane per le classiche vendemmie, oppure per la raccolta delle olive minacciate dal caldo.
Come sappiamo quella di quest’anno potrebbe rientrare – anche se per scoprirlo bisognerà attenderne la fine – nel podio delle estati più calde di sempre per l’Italia e l’Europa. La mancanza del 70% di neve e piogge sui monti durante la fine dell’inverno e la primavera, seguita da ondate di calore e assenza di piogge, ha portato diversi territori della Penisola a vivere in condizioni di estrema siccità, in particolare Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, con il Po che ha affrontato la peggiore crisi idrica degli ultimi 70 anni. Tutto questo ha pesantemente influito sull’agricoltura, cambiando tempistiche e dinamiche.
Produzione di vino in calo, ma sarà di qualità
la Coldiretti sottolinea che la vendemmia di quest’anno in media è partita con sette giorni di anticipo rispetto al 2021 e la produzione è ridotta del 10%, anche se non tutto è perduto: per alcuni vini si ipotizza infatti una produzione di alta qualità.
Gli effetti del meteo estremo
Nei mesi di luglio e agosto, fa sapere l’associazione di categoria, i vigneti sono stati messi a dura prova da nottate con afa e temperature minime al di sopra della media. “Si stima un calo del 10% a livello nazionale per un quantitativo intorno ai 45,5 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte” spiega Coldiretti indicando che ci si attende “comunque una annata di buona/ottima qualità”, con una Italia che rimarrà al primo posto fra i produttori mondiali di vino.
Tra i primi grappoli ad essere raccolti, già nella penultima settimana di agosto, quelli delle uve da spumanti Pinot e Chardonnay mentre più avanti toccherà a quelle per il Prosecco e le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo sino a novembre ad Aglianico e Nerello.
Ad analizzare l’andamento della vendemmia 2022 anche il Centro di Ricerca di Viticoltura ed Enologia del Crea che spiega come nonostante le elevate temperature e la assenza d’acqua il vigneto italiano si sia dimostrato in parte “resiliente ai cambiamenti climatici“. Se i vigneti hanno retto, molto lo si deve “al lavoro straordinario dei nostri viticoltori che hanno saputo gestire sapientemente le bizzarrie di questo clima inconsueto, sfruttando le innovazioni della ricerca e adeguando di conseguenza concimazioni, irrigazioni e trattamenti” sostiene Riccardo Velasco, direttore Crea Viticoltura ed Enologia.
Le differenze tra regioni previste per quantità
In un contesto generale di “buona qualità”, le quantità invece saranno differenti, secondo l’analisi Crea, a seconda delle zone: male in Sicilia e Friuli-Venezia Giulia (-10%) e in Veneto (-5%), così come piccole flessioni in negativo si registreranno anche per Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. In Trentino Alto Adige invece saranno in leggero aumento (+5-6 %), mentre segnali positivi potrebbero arrivare da Toscana e Puglia (anche 10% in più).
Non solo uve: anche olive ascolane, funghi e mele
In questo secco 2022 pieno di eventi estremi collegabili alla crisi del clima, l’annata dell’olivicoltura italiana viene giudicata come “difficile” dalla Cia-Agricoltori, che stima un calo generale del 30% nelle principali regioni del sud Italia (Puglia, Calabria, Sicilia e Campania).
Caldo intenso a maggio (periodo di fioritura) e deficit idrico a luglio (fase di accrescimento) hanno infatti compromesso la stagione. Per quanto riguarda le famose olive ascolane si è addirittura arrivati a una maturazione anticipata: col sole costante nelle Marche e nella zona di Ascoli Piceno, il Consorzio Tutela e Valorizzazione dell’Oliva Ascolana si è visto costretto a richiedere al ministero dell’Agricoltura una modifica al disciplinare di produzione per iniziare prima la fase di raccolta (già dal 31 agosto anzichè settembre inoltrato).
Funghi, le previsioni dal Veneto alla Sicilia
Dal Veneto alla Sicilia stagione largamente anticipata anche per i funghi. In questo caso le condizioni di siccità, seguite da recenti piogge, hanno portato a dinamiche favorevoli per la raccolta. Nel Nord-est ad esempio ci si aspetta un boom di funghi come porcini oppure finferli, mentre al Sud in Sicilia per esempio a Catania già dal primo settembre – vista la stagione fungina anticipata – riaprirà l’ispettorato micologico e le altre attività collegate a una raccolta in sicurezza.
Riso, perdite fino al 70% in Piemonte
Al contrario, per il riso sarà invece una stagione drammatica: in molti casi nelle pianure del Nord Italia la raccolta è stata anticipata anche di due settimane, a volte tre. In una delle aree più importanti, quella del Basso Novarese, si stima che solo il 15% di quello seminato sarà utilizzabile. La stagione troppo calda e siccitosa infatti non ha permesso a molte piante di terminare il proprio ciclo. Secondo Confagricoltura la crisi idrica per il riso ha causato perdite fino al 70% in molte province del Piemonte.
La qualità delle mele risente del clima
Infine, in questa estate di raccolte anticipate, un’altra eccellenza del nostro territorio è stata staccata decisamente prima: la mela. Nella Bassa Atesina è infatti già partita da tempo la raccolta ad esempio della la varietà Royal Gala (quasi dieci giorni prima del solito), ma con un problema in più: a causa delle ondate di calore e l’assenza d’acqua le mele appaiono pallide, con una colorazione finora giudicata “non ideale per il mercato”.