Ha attraccato all’alba alla Stazione Marittima di Venezia la prima “Grande nave” da crociera a dopo il lungo stop causato dalla pandemia. Si tratta, per la cronaca, di Msc Orchestra, la prima cruiser a riprendere le attività con partenza dallo scalo lagunare
L’imbarcazione, 92.409 tonnellate di stazza lorda per 2.550 passeggeri e 1.050 membri dell’equipaggio, è entrata dalla Bocca di Porto del Lido intorno alle ore 5.00 e ha effettuato le manovre di attracco alla riva alle 6.20. Il tragitto in laguna è invariato rispetto al passato, passando per il Bacino di san Marco e il canale della Giudecca, visto che non sono ancora stati progettati o predisposti gli attracchi alternativi previsti dall’ultimo decreto trasporti, cioè quello provvisorio a Porto Marghera, e men che meno quello fuori dalla laguna, per cui occorrerà un concorso di idee internazionale ancora da bandire.
Lungo il passaggio in laguna, oltre che da tre rimorchiatori, la Msc Orchestra è stata “scortata” da due motovedette della Guardia Costiera. Per la partenza della crociera, prevista sabato 5 giugno alle ore 17.00, sono state annunciate manifestazioni di protesta da parte dei comitati ‘No Navi’, ma anche di sostegno da parte del coordinamento tra gli operatori portuali.
Venezia. All’alba attracca “Msc Orchestra”: il percorso è sempre lo stesso
La prima delle prevedibilmente numerosi voci polemiche arriva dala lega : “E’ apparsa stamattina nel cuore di Venezia una grande nave, probabilmente una delle tante che da oggi riprenderanno a entrare e a uscire dal Bacino di San Marco – scrive in una nota il deputato leghista e consigliere comunale veneziano Alez Bazzaro -. “Segnale indubbiamente positivo di ripresa turistica ed economica per la città e le sue isole, ma non ideale nel rispetto del patrimonio artistico e culturale di Venezia e dalla sua laguna che impone massima attenzione al problema del transito di queste imponenti imbarcazioni”.
“Mentre si parla di alternative e quindi al progetto di un porto offshore – prosegue – queste grandi navi sono nuovamente tornate in Bacino. Non sarebbe, quindi, il caso di ascoltare la città e scegliere la soluzione Marghera?”, conclude
Una replica – indiretta – arriva dall’autorità portuale “Abbiamo l’obbligo di ascoltare tutti, l’unica cosa ho a volte difficoltà a gestire chi ha posizioni dogmatiche e poco elastiche perché noi non le abbiamo. Penso che le cose vadano fatte insieme, non mi spaventa la conflittualità, mi piace confrontarmi con soggetti preparati che possano dare un contributo e che porti un lavoro aggiunto. Da amministratore pubblico ritengo che nel rispetto dei protocolli e la preparazione ci possa esser dialogo». Questa la posizione del presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico settentrionale Fulvio Lino Di Blasio su un possibile dialogo con il gruppo dei No Navi in seguito al ritorno dell’attività crocieristica.
“Il turismo che conosciamo è finito, non è più l’economia del turismo, ma la ‘visitor economy’, si devono costruire pacchetti con alternative sostenibili – rileva -. La laguna è un organismo delicato che dobbiamo considerare assieme ad armatori, lavoro portuale e servizi di chi lavora per le crociere, oltre all’amministrazione comunale”. Di Blasio non ha dimenticato il territorio, su cui intende puntare: “dobbiamo lavorare per un modello diverso e valorizzare tutto l’ecosistema e le bellezze culturali che ci sono nei dintorni, innescando un cambiamento culturale che possa essere una goccia nel mare”. Infine, sul canale Vittorio Emanuele (via acquea ritemuta alternativa al passaggio davanti a San Marco) e gli escavi è stato diretto: “non è una priorità su cui al momento stiamo lavorando”.
Sono, spiega Di Blasio, le difficoltà dovute ad una procedura nuova e complessa ad aver impedito finora la partenza (prevista il 31 maggio) del bando internazionale di idee per un nuovo port off shore nella laguna che risolva il problema dell’attracco delle grandi navi a Venezia. “Una procedura nuova, di cui – ha detto il neopresidente del porto – bisogna comprendere bene gli aspetti e per ora non c’è stata materialmente la possibilità”.
Di Blasio ha spiegato che l”offshore “.non è una novità. Quando lo Stato decide di realizzare un’opera di questo tipo la considera rispetto a tutte le Autorità portuali. Per quanto riguarda la fattibilità lo facciamo predisponendo un concorso di idee”. “Dobbiamo rendere compatibile – ha aggiunto -‘ il traffico all’interno dell’area adriatica. Il Mose ha definito i fondali utilizzabili, non c’è flessibilità, i 12 metri sono un elemento fisico non elastico”. Per questo, le soluzioni saranno esplorate: “la lievitazione dei costi è un elemento da studiare per riconnettere passeggeri e merci. Però non ho una visione personale, siamo una pubblica amministrazione”.