Ho visto la laguna. È come il mare, ma solo più piccolo”, Lorenzo ha 4 anni e vive a Mestre. Così descrive la sua avventura navigando tra le lontane isole di Venezia. Un viaggio così lungo sull’acqua lui, piccolo veneziano di terraferma, non l’aveva mai fatto. Nemmeno Eitan, 5 anni, che nonostante abiti nel sestriere di Cannaregio, nella sua immaginazione credeva che Venezia fosse “dentro un grande lago”. E invece ha scoperto che ci sono anche le isole: “Poi c’è ancora l’acqua e poi altre isole. Pure con le case e le chiese”.
Eitan e Lorenzo sono tra i bambini delle sei scuole materne veneziane che hanno partecipato alla prima lezione del progetto internazionale “Kindergarten of the Lagoon“, l’Asilo della laguna frutto della collaborazione tra la Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco e il Gruppo Prada. Iniziativa nata nell’ambito del Decennio della Nazioni Unite delle scienze del Mare e per lo Sviluppo sostenibile. “Il nostro obiettivo è formare la coscienza ecologica dei cittadini di domani – ha spiegato Francesca Santoro, oceanografa e coordinatrice del Programma di educazione all’Oceano presso l’Unesco – per questo lavoriamo sui bambini. Vogliamo che abbiano un legame con il mondo che li circonda, che sviluppino una propria capacità di osservazione della natura, che conoscano l’ecosistema che fa parte del luogo in cui vivono, nel loro caso è la laguna veneziana”.
Presentato a maggio nella sede della Fondazione Prada, i primi quaranta bambini che partecipano all’Asilo della Laguna sono arrivati il 24 gennaio, proprio nella Giornata internazionale dedicata all’istruzione, sull’isola di Torcello, isola che conta appena 11 residenti ma che ospita una delle più antiche basiliche di Venezia. Qui tra resti archeologici e i canali, i piccoli hanno partecipato alla prima delle dieci lezioni all’aperto con gli esperti dell’Unesco. In totale saranno 120 i bimbi veneziani, dai 3 ai 6 anni, coinvolti nel progetto voluto da Prada e Unesco, a cui il Comune di Venezia ha dato pieno appoggio, mettendo a disposizione vaporetti e mezzi pubblici. Soprattutto creando un collegamento con famiglie e insegnanti delle 17 scuole materne di terraferma e del centro storico. Scuole che grazie a questa iniziativa entreranno a far parte delle Blue Schools un riconoscimento della Commissione Europea, verso quegli istituti che hanno promosso programmi di Educazione all’Oceano. Insegnanti, studenti e studentesse alla fine saranno nominati “agenti di cambiamento e promotori della sostenibilità dell’oceano e dei mari“.
Sull’isola e sullo sfondo la Basilica fondata dai primi popoli veneti arrivati sulle isole, i bambini hanno imparato a distinguere i colori della laguna, guardandola e dipigendo con gli acquerelli, il verde, il blu e il marrone. Guidati dalle spiegazioni di Elisabetta Mitrovic illustratrice e divulgatrice naturalistica, ricreato con la cartapesta i vetri di Murano assieme a Sofia Sarria componente di una famiglia di artigiani veneziani, e guardando in un microscopio campioni di acqua da loro prelevati nel canale hanno scoperto insieme a un ricercatore dell’università di Padova che nell’acqua non ci sono solo i pesci. “Ripeteranno la stessa osservazione in primavera e poi ancora durante l’estate per vedere l’intero ciclo dell’ecosistema lagunare”, ha spiegato ancora Francesca Santoro.
L’obiettivo dell’Unesco, che ha appoggiato fin dal 2019 il progetto su Venezia presentato dal Gruppo Prada è di creare nei bambini una cultura e una coscienza ecologica, di recuperare le tradizioni e comprendere meglio l’oceano e il ruolo centrale che svolge nello sviluppo sostenibile. Quello a Venezia, città simbolo del mare, è solo l’inizio, altre città infatti hanno già chiesto di poter organizzare il progetto con l’Unesco. E per sottolineare quanto l’Asilo della Laguna sia ritenuto importante per l’agenzia internazionale, all’inaugurazione ha partecipato Ana Luiza M.Thompson Flores direttrice ufficio regionale dell’Unesco per la scienza e la cultura in Europa che ha sede proprio a Venezia e in collegamento, Vladimir Ryabinin Segretario Esecutivo della commissione oceanografica e direttore generale aggiunto che ha descritto i bambini come “i futuri guardiani degli oceani”.
Una piattaforma aperta
A Torcello è voluto essere presente per la prima lezione anche Lorenzo Bertelli Head of Corporate social responsability del Gruppo Prada che salito sul vaporetto con i bambini, ha tagliato il nastro: “È stato emozionante, dopo tante riunioni, vedere finalmente i loro volti così felici e seri mentre disegnano nei laboratori didattici all’aria aperta. L’Asilo della Laguna, che mostra come pubblico e privato possano collaborare insieme per il bene della comunità, fa parte del nostro progetto più vasto e internazionale Sea Beyond per la preservazione del mare a cui siamo molto legati e che portiamo avanti con la Commissione Oceanografica Intergovernativa. Sono convinto che queste sensazioni vissute dai bambini rimarranno nella loro mente e nei ricordi da adulti. È accaduto anche a me: una parte della mia responsabilità ambientale viene proprio dai ricordi dell’infanzia”. Annunciato, ma non svelato, un nuovo step dell’iniziativa Sea Beyond con un altro marchio del comparto luxury. Il progetto è sostenuto dal Gruppo Prada con i proventi delle vendite della collezione Re-Nylon creata con il nylon rigenerato e nata nel 2019 per sottolineare l’impegno del brand a favore di scelte sostenibili in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unte.
Il piano didattico
I bambini nel loro lungo viaggio attraverso la laguna Nord di Venezia, hanno visto le facciate di mattoni rossi delle fornaci di Murano e le case colorate dei pescatori di Burano, la barena, quel misto di acqua e terra dove sono visibili i segni del cambiamento climatico. Dal vaporetto hanno indicato agli educatori uccelli sconosciuti, le barche portate a remi lungo i canali deserti e le isole abbandonate. Torcello è l’isola più lontana dalla terraferma ed è qui che è iniziata la loro avventura. Sono arrivati senza genitori. “Conoscevano già gli educatori che l’Unesco ha selezionato, perché prima di dare il via alle lezioni all’aperto abbiamo fatto un ciclo di incontri in classe. Ma ai genitori abbiamo spiegato che averli vicino li avrebbe distratti e hanno capito”. Infatti, nessuno dei piccoli ha pianto, nessuno è voluto restare vicino alla maestra. Hanno disegnato e colorato, fatto domande su pesci e uccelli, chiesto di poter raccogliere l’acqua per vederla al microscopio, hanno costruito figure fantastiche di cartapesta prima di risalire sul vaporetto verso casa.
“Piano piano li aiuteremo ad appropriarsi del luogo in cui vivono. Ora desideriamo creare il legame con la natura che li circonda, vedere i colori della laguna e della barena. Riappropriarsi del luogo dove vivono – spiega ancora Francesca Santoro – Poi arriverà il momento delle domande e incontreranno chi vive su queste isole pescatori, ricamatrici, maestri vetrai, stiamo cercando anche di organizzare una lezione di voga tra le isole, anche quelle piccole e disabitate dove i danni del cambiamento climatico su Venezia sono visibili”.
“Salveremo gli oceani dai banchi di scuola”
Così dopo Torcello pe rle altre 9 lezioni andranno ad esempio all’isola delle Vignole, quella degli orti dove da secoli si coltivano carciofi piccolissimi e prestigiosi e poi al Lido a vedere le dune e il mare. L’Asilo della laguna finirà il suo ciclo di lezioni proprio davanti al mare. I bambini saranno nominati ambasciatori e portavoci della difesa di questo patrimonio, mentre le scuole che hanno partecipato entreranno a a Blue Schools. “Salveremo gli oceani dai banchi di scuola, facendo crescere una generazione di sentinelle”, ne è convinta la direttrice regionale dell’Unesco Thompson-Flores. Vista la serietà con cui hanno trascorso la giornata all’isola di Torcelo ne sembrano convinti anche loro. I bambini.