Venezuela e Slovenia sono i primi Paesi al mondo ad avere perso tutti i loro ghiacciai. E purtroppo non saranno gli ultimi. Secondo gli esperti, verranno, infatti, seguiti a ruota da Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Indonesia. Si prevede, in particolare, che l’ultimo ghiacciaio del Messico, il Gran Norte, si contrarrà tra il 2026 e il 2033, per poi scomparire del tutto entro il 2045. Del resto, l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) avverte che dal 18 al 36% della massa glaciale mondiale andrà perduta durante l’attuale secolo, in gran parte a causa del riscaldamento globale.
America del Sud
Originariamente il Venezuela ospitava, nella catena montuosa della Sierra Nevada de Mérida, a circa 5 mila metri di altitudine, sei ghiacciai. Cinque di questi sono scomparsi nel 2011, lasciando solamente l’Humboldt, noto anche come La Corona. “Si prevedeva che quest’ultimo sarebbe durato almeno un altro decennio, ma si è sciolto molto più velocemente del previsto, riducendosi a un’area di circa 0,02 chilometri quadrati”, afferma Maximiliano Herrera, climatologo specializzato nello studio delle condizioni meteorologiche estreme. “Del resto, nell’area andina venezuelana sono stati di recente registrati alcuni mesi con temperature di 3-4 gradi superiori alla media del periodo”. Nel tentativo di salvare quel che resta del ghiacciaio, il governo ha installato una coperta termica per prevenire un ulteriore scioglimento, ma gli esperti dicono che il provvedimento si rivelerà inutile. “La scomparsa dell’Humboldt va molto oltre la perdita del ghiaccio. Significa, infatti, anche perdita di habitat unici, di ambienti dal significativo valore culturale, di attività alpinistiche e turistiche”, stigmatizza Caroline Clason, professoressa all’Università di Durham, nel Regno Unito. Julio César Centeno, professore all’Università di Los Andes, in Venezuela, è preoccupato e ipotizza foschi scenari. “La scomparsa di tutti i ghiacciai nel nostro Paese rappresenta una tragedia nazionale. È un avvertimento degli ulteriori effetti negativi che si verificheranno a breve, come conseguenza della crisi climatica”, sostiene.
Europa centrale
Notevolmente ridotti e assottigliati anche i ghiacciai della Slovenia: Triglav, la cui altezza si aggira sui 2.400-2.500 metri, e Skuta, alto circa 2.020 metri, entrambi collocati nella zona sud-orientale delle Alpi. Il primo ha oggi un’area pari a due campi da pallavolo, mentre il secondo ha una superficie più ampia, di circa 0,01 chilometri quadrati. “Le basse altitudine e latitudine di tali ghiacciai li hanno resi più vulnerabili agli estremi climatici, così che hanno ceduto all’aumento delle temperature”, chiarisce Miha Pavšek, geografo dell’Anton Melik Geographical Institute, che prevede che i loro vertici saranno senza ghiaccio entro il 2030. Con la contrazione di questi ghiacciai, i sentieri di montagna stanno diventando, in determinati tratti, più difficili da percorrere perché il suolo, un tempo ricoperto dai ghiacci, è ora più esposto all’erosione e, quindi, instabile. E ciò potrebbe rendere più rischiosi alcuni percorsi alpinistici. A questo problema se ne somma poi un altro, ovvero l’approvvigionamento di acqua potabile nei due rifugi nelle immediate vicinanze dei ghiacciai.
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Un punto di non ritorno
Pur non essendoci un punto di morte universalmente accettato per un ghiacciaio, gli specialisti concordano sul fatto che la dimensione minima sia 0,1 chilometri quadrati. La superficie di Skuta è inferiore a questa soglia almeno dal 1969 e quella di Triglav dal 1986, mentre l’Humboldt ha probabilmente perso il suo status glaciale nel 2016. Ma, al di là delle dimensioni, i ghiacciai residui in Slovenia e Venezuela non si comportano più come prima. “Due caratteristiche fondamentali dei veri ghiacciai sono il loro movimento e la presenza di crepacci glaciali”, afferma Pavšek. “Triglav e Skuta hanno perso entrambi negli ultimi decenni”. In pericolo anche le comunità costiere, visto che i ghiacciai sloveni si sciolgono nel Mar Nero e l’Humboldt finisce nel Mar dei Caraibi, contribuendo all’innalzamento del livello delle acque.