La pista da bob per i Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026 si farà a Cortina d’Ampezzo e si farà velocemente: a breve comincerà la demolizione “selettiva” per smantellare la vecchia pista Eugenio Monti. Costerà 93 milioni di euro. Bocciata l’ipotesi di utilizzare la pista di Igls, vicino Innsbruck, in Austria. Luigi Valerio Sant’Andrea, commissario di governo e amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, il 18 gennaio ha presieduto la conferenza dei servizi che si è tenuta proprio nel capoluogo ampezzano e sulla proposta di Innsbruck non ha usato mezzi termini: “Non è percorribile”.
Dunque Cortina avrà la sua nuova pista di bob nello stesso punto dove nel 2008 è stata chiusa quella vecchia, dedicata al campione “Eugenio Monti”. Costruita nel 1928 è stata utilizzata per le Olimpiadi del 1956, oltre che come set cinematografico di uno dei film di James Bond. Dal 2008 è stata definitivamente chiusa e in stato di degrado. La vecchia pista ora verrà smantellata e l’area bonificata prima dell’apertura del nuovo cantiere. I tempi sono stretti e i costi sono lievitati. E tra le modifiche apportate al progetto iniziale, il “caro” materiali, le richieste del Comune sulla viabilità, la riqualificazione ambientale sui sette ettari della zona del bosco di Ronco: da 60 milioni di euro circa si è arrivati al conto di 93 milioni. Erano 85, ma alla presentazione del progetto definitivo, i cittadini di Cortina hanno saputo che ne mancavano altri 22 di milioni.
Tempi stretti
“Le demolizioni partiranno già tra poche settimane” ha assicurato il commissario Sant’Andrea che ha annunciato anche il piano dei lavori. Si procederà per lotti e da subito: “Entro il 27 gennaio acquisiremo gli ultimi pareri per procedere subito con il decreto che autorizza la realizzazione dell’opera. Abbiamo già appaltato l’intervento del primo lotto, lo strip out, la demolizione controllata della vecchia pista, quindi significa che siamo pronti ad aprire il cantiere, in una quindicina di giorni. Siamo esattamente nelle scadenze”. Il secondo lotto prevede l’inizio dei lavori di costruzione dell’impianto entro luglio. “Nel dicembre 2024 dovremo consegnare il campo gara, per il test event, le gare che anticiperanno di un anno i Giochi olimpici e paralimpici – ha spiegato ancora il commissario – completeremo tutte le aree in tempo per le gare. Il programma è quindi serrato”.
Alla conferenza, nel municipio di Cortina, c’erano tutti: amministrazioni ed enti locali interessati alla realizzazione dell’opera, tra cui il Comune con il sindaco Gianluca Lorenzi in testa e chi, invece, ha cercato di opporsi al progetto, un comitato dei cittadini e alcune associazioni ambientaliste convinti che costruire una pista da bob a Cortina sia spesa esorbitante per uno sport che in Italia conta pochi appassionati.
“Perfino la squadra nazionale è composta da meno di 20 atleti e in Federazione gli iscritti sono 37 tra bob, slittino e skeleton, sia maschile che femminile. Dubito che una struttura ex novo favorisca lo sviluppo di questa disciplina” ha cercato di spiegare Roberta De Zan è la consigliera comunale di Cortina Bene Comune – sarà un impianto che verrà utilizzato per pochi giorni e poi passeremo anni a chiedere cosa ne faremo”.
Il caso Torino
Soprattutto vedendo cosa è accaduto alla pista di Torino a Pariol costruita per le Olimpiadi 2006 e costata 110 milioni di euro. Anche in quel caso, le associazioni ambientaliste si opposero proponendo di spostare le gare di bob e slittino a La Plagne, a 90 chilometri dalla val di Susa, ancora funzionante. Legambiente aveva ricostruito la vicenda: “L’impianto doveva sorgere sul territorio italiano perché, secondo il Coni, l’Italia non poteva non avere un impianto di bob e slittino. Considerando anche che quello di Cortina sarebbe stato chiuso a breve”.
Come poi è avvenuto due anni dopo. La pista di Torino è rimasta aperta per sei anni, ospitando dopo le Olimpiadi due soli eventi internazionali importanti: la Coppa del mondo di bob nel 2009 e i mondiali di slittino nel 2011. Nel 2012 la chiusura definitiva. Ma ormai indietro non si torna. Tra pochi giorni apre il cantiere. E a chi protesta perché il progetto non ha i requisiti di sostenibilità visto che sono pevisti allargamenti verso il bosco di Ronco, il commissario Sant’Andrea risponde: “Ci sono tutte le condizioni per un intervento con tutti i requisiti previsti, di sostenibilità economica, sociale e ambientale, richiesti per un’opera così importante”.
E poi c’è un memoriale. “Abbiamo inoltre introdotto un aspetto culturale, che si unisce alla destinazione sportiva di questo impianto: infatti l’area di Ronco sarà integrata con un memoriale, che ricorderà i riti e i miti di Cortina, degli ultimi cento anni, legando le Olimpiadi 1956 alle prossime, di Milano Cortina 2026”. Sperando che sulla futura pista di bob, nascano nuovi campioni della nazionale azzurra.