Più di 9 italiani su 10 sono attenti e rispettosi nei confronti del pianeta, anche quando si tratta di acquistare e rivendere gli oggetti. Per il 93% il second hand aiuta la salvaguardia dell’ambiente. Di questi il 51% appartiene alla fascia di età compresa fra 18 e 24 anni (i GenZ, termine con il quale si indica la Generazione Z, generazione dei nati tra il 1995 e il 2010), molto sensibile alle tematiche ambientali. La Campania, poi, con il 57%, è la regione dove è più diffusa l’idea che il second hand possa fare del bene all’ambiente, seguita dal Veneto con il 54%, mentre a chiudere il podio troviamo Lazio e Lombardia con il 49%. Sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi (realizzata a ottobre 2021 su un campione di 2000 intervistati: 1000 tra i 18 e i 25 anni, 1000 tra i 26 e i 40 anni) realizzata da BVA Doxa e commissionata da Wallapop che l’ha rilanciata in occasione della Giornata della Terra.

Wallapop è una startup spagnola che ha sviluppato una piattaforma di compravendita dedicata al second hand. Fondata a Barcellona nel 2013 da Agustin Gomez, Gerard Olive e Miguel Vicente, presente in Spagna e da settembre 2021 anche Italia, a oggi la società può fare conto su una community di 15 milioni di utenti, che hanno dato una seconda vita a più di 180 milioni di articoli, “favorendo – ha sottolineato Giuseppe Montana, Head of International di Wallapop – abitudini di consumo più sostenibili e offrendo alle persone l’accesso a prodotti in ottimo stato e a prezzi competitivi”.

Il mercatino dell’usato online

Wallapop (il cui nome richiama la trasformazione del popcorn) è nata dall’esigenza di “riprodurre online il modello del mercatino dell’usato, al quale le persone possano accedere dal proprio smartphone. I fondatori sono riusciti a sviluppare in poco tempo una app in grado di connettere venditori e acquirenti tramite la geo-localizzazione”. Il suo obiettivo? Creare un ecosistema nella compravendita di prodotti di seconda mano unico che renda semplice per le persone partecipare a un modello di consumo più umano e sostenibile, basato sull’economia circolare. Più in particolare: un ecosistema che permetta la creazione di un catalogo unico in Europa nel settore del second hand.

Nonostante il lockdown

La società ha chiuso il 2020 con una crescita dei ricavi di oltre il 50%. “Dato che le persone passavano molto tempo a casa, sono diventate più consapevoli che mai dei molti oggetti che possedevano e che non usavano. A questo proposito, abbiamo anche identificato un aumento del 40% dei prodotti inseriti su Wallapop una volta che le restrizioni del lockdown sono state rimosse in Spagna, e la popolarità dell’usato ha solo continuato a crescere. Infine, ha sicuramente influito un crescente interesse per nuovi modi di consumo più responsabili e umani”.

Nel 2021 la compagnia, poi, ha ottenuto un round serie G da 157 milioni di euro guidato dal fondo francese Korelya Capital e sostenuto da “NAVER, la principale società internet coreana. La tecnologia di NAVER mirava ad accelerare le capacità di innovazione di Wallapop in aree come la ricerca o l’Intelligenza Artificiale”. È stato uno dei finanziamenti più rilevanti (quelli oltre i 100 milioni) tra quelli chiusi in Spagna lo scorso anno (ci sono anche i round di Glovo, TravelPerk e Jobandtalent). Dalla sua costituzione Wallapop ha raccolto 178 milioni di euro di finanziamenti (tra i fondi che ne hanno sostenuto la crescita ci sono anche Venture Capital Accel, Insight Venture Partners, 14W, GP Bullhound e Northzone), con una valutazione a febbraio 2021 di 690 milioni di euro. Questo passaggio ha consentito alla società “di avviare una nuova fase di espansione internazionale, arrivando in Italia a settembre 2021”. Due mesi dopo “Wallapop è stata l’app più scaricata in Italia”.

Il riuso amico dell’ambiente

“L’importanza della salvaguardia dell’ambiente è un tema sul quale poniamo la massima attenzione – ha sottolineato Montana – crediamo nel riutilizzo degli oggetti, come un modo per favorire il riuso e limitare così i danni all’ambiente, siamo attenti nel sensibilizzare i nostri clienti, cercando di trasmettere con passione i nostri valori”.

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L’usato dalla moda alle auto

Una volta scaricata l’app si può scegliere se registrarsi con una mail o continuare con le credenziali Facebook o Google. A quel punto si accede all’homepage dell’app. Le merci disponibili sono suddivise in varie categorie: si va dalla moda e accessori all’informatica ed elettronica, dal collezionismo alle auto e fino all’immobiliare. Nel momento in cui si vuole acquistare un prodotto Wallapop funziona come un comune ecommerce: ogni venditore ha un profilo e un rating con il tempo stimato di risposta se si è interessati alla sua merce. Se invece si vuole mettere in vendita qualcosa si clicca su Inserisci, si seleziona la categoria e a quel punto si passa a presentare il prodotto. Occorre scattare foto di cosa si vuole vendere, dare un titolo e una descrizione, compilare alcune sezioni obbligatorie (come marca e modello). Alla fine si dà il prezzo che si reputa più adeguato. Come per altri servizi analoghi non esistono commissioni.

“Wallapop – ha spigato sempre Montana – è innanzitutto una piattaforma multicategoria, dai beni di consumo come videogames, film&libri, elettronica, prodotti per la casa, articoli per bambini, auto alle offerte di lavoro e servizi immobiliari. Nonostante persone di tutte le età usino Wallapop, il modello di business della piattaforma è strettamente legato agli Zillennials, una generazione intermedia tra i Millennials e la Generazione Z, attenta alla sostenibilità come tema chiave anche quando si deve scegliere cosa acquistare”.