Lo sguardo spazia sugli oliveti di Torano Castello. È un coltivatore davvero speciale quello che osserva la bellezza della campagna calabrese, in provincia di Cosenza: William Troost-Ekong, calciatore nigeriano e del Watford FC, è infatti in visita a una delle aziende agricole di Alberami. Ambientalista convinto, tra i primi firmatari della petizione di Green&Blue perché il calcio faccia di più contro la crisi climatica, il difensore, che è in trattative per giocare ancora in Italia dopo un anno in cui è stato determinante per la salvezza della Salernitana in serie A, ha scelto Alberami e le sue aziende agricole per compensare le sue emissioni di CO2 e ridurre così la sua impronta carbonica.
Dopo una giornata passata a piantare olivi e parlare con gli agricoltori, Troost-Ekong descrive la sua esperienza con l’entusiasmo di un ragazzino che ha scoperto un nuovo mondo: “È stato fantastico, era la prima volta che andavo in Calabria e conoscere di persona chi mi aiuta nel mio percorso per compensare le emissioni generate dai miei spostamenti in aereo è stato molto importante. Non sapevo cosa aspettarmi, così è stato tutto davvero entusiasmante. Sembra banale, ma il fatto di andare letteralmente alla radice degli alberi, capire quanto è importante la qualità del suolo e della messa a dimora, e come questo tipo di impegno serva anche a coinvolgere altri agricoltori verso pratiche sostenibili, è impagabile. Finora avevo visto soltanto le cifre sulla compensazione della mia impronta carbonica, ora ho capito come l’intero processo non riguarda soltanto me, ma influisce sulle coltivazioni in generale. Ho toccato con mano il loro grande lavoro per un’agricoltura sostenibile e ho imparato tantissimo, non soltanto sugli ulivi. Mi hanno spiegato perché, per salvaguardare la biodiversità, diversificano le coltivazioni e come fanno a mantenere il suolo in salute. Sono salito su un trattore e abbiamo fatto cose che per un agricoltore sono normali, ma non per me, come mangiare un frutto colto dall’albero: pazzesco!”.
Il difensore della nazionale nigeriana ha ritagliato con fatica tra gli allenamenti uno spazio per la visita: “Vorrei poter fare più esperienze come questa – ci racconta – magari tornare qui con i miei bambini, che hanno due e quattro anni, perché penso sia davvero importante conoscere da dove arriva il cibo che mangiamo. E poi mi sembra importante anche quel che posso raccontare ai miei compagni di squadra. Certo, qualcuno ci scherza su, ma soltanto perché non sa bene di cosa si tratta. Le discussioni sull’impatto dei nostri viaggi non fanno parte della cultura calcistica in questo momento, per cui è per me sempre positivo avere l’occasione per suscitare curiosità e condividere ciò che ho imparato, da questo punto di vista le domande dei miei compagni sono state tante”.
Troost-Ekong è convinto di avere un compito, come calciatore, che non si limita ad essere incisivo durante le partite e ad allenarsi con serietà. “Naturalmente ho deciso di compensare la mia impronta carbonica perché mi fa stare meglio con la mia coscienza, ma vorrei anche tenere vivo l’interesse per la questione climatica. Non lo faccio solo per me e vorrei che il mondo del calcio riflettesse sul fatto che noi giocatori siamo persone fortunate, abbiamo tante possibilità e dobbiamo sfruttarle al meglio. Solo perché diamo calci a un pallone la gente ci ascolta, è una opportunità pazzesca e non vedo modo migliore di sfruttarla se non coinvolgendo le persone in campagne come questa. Il passo successivo sarebbe di portare questo impegno per contrastare la crisi climatica dal livello individuale a quello generale, dobbiamo coinvolgere i club e l’intero movimento”.
Troost-Ekong è diventato attivista per il clima anche grazie a chi l’ha saputo consigliare. Il calciatore ha infatti una partership con Sokito, marchio di abbigliamento per il calcio che utilizza materiali ecologici e innovativi ad alta prestazione, con possibilità di riciclo. “È stato il gruppo di Sokito a consigliarmi Alberami – dice infatti il calciatore – quando ho detto che avrei comunque voluto compensare le emissioni del mio trasferimento investendo in Italia”.
Il prossimo anno Troost-Ekong potrebbe non giocare più nel campionato italiano, ma la sua collaborazione con Alberami (nata nel 2022 in Puglia per aiutare gli agricoltori messi in ginocchio dall’infestazione di Xylella fastidiosa) andrà avanti. “Ho in mente di compensare non soltanto i miei spostamenti – dice il calciatore – ma anche quelli dei miei collaboratori e della mia famiglia. Ciò non toglie che sto cercando di ripensare il mio modo di spostarmi nel complesso, il mio stile di vita in generale. Il mio impegno va oltre il calcio e soprattutto cerco di adottare comportamenti che possano essere replicabili da tutti, non soltanto da chi è fortunato come me”.